UMBERTO TUPINI

Postato il gennaio 24, 2014 Aggiornato il marzo 17, 2014

 Umberto Tupini è nato a Roma da genitori originari delle Marche il 27 gennaio 1889, deceduto nel 7 Gennaio 1973. Umberto Tupini è stato un avvocato e politico della Democrazia Cristiana, membro dell’ Assemblea Costituente, sindaco di Roma, più volte ministro e senatore. All’interno della Democrazia Cristiana ha fatto parte della corrente degasperiana che poi prese il nome di “Politica Popolare”. Fu eletto Senatore per la prima volta le 1948, fu rieletto per le successive  tre legislature.Fu ministro dei lavori pubblici nel Governo de Gasperi. Dopo l’esperienza di amministratore comunale, Tupini è stato ministro del Turismo, sport e spettacolo nel Governo Segni II e nel Governo Tambroni.

BRUNI, GIRALDO

Postato il gennaio 24, 2014 Aggiornato il marzo 17, 2014

Nato a Cascia,in provincia di Perugia, il 30 Giugno 1896.  Cresciuto in una famiglia molto modesta,  studiò nei seminari di Assisi e successivamente di Roma e si laureò in filosofia nel 1917. Lui studiava ma nel frattempo era anche un militare, infatti gli fu conferita la medaglia di bronzo al valore militare.  Egli divenne bibliotecario presso la Biblioteca Vaticana, e per questo motivo fu mandato negli USA per studiare la biblioteconomia americana per applicarla nella Biblioteca Vaticana. Il 2 giugno 1946 entrò a far parte dell’Assemblea Costituente come unico rappresentante del Partito cristiano Sociale. Per questo motivo perse il lavoro come bibliotecario. Durante i lavori dell’assemblea egli pronunciò numerosi discorsi che trattavano diversi argomenti come: il cambio della moneta, la riforma agraria, il futuro dell’economia italiana, la struttura degli enti locali ma soprattutto la struttura della scuola e il rapporto dello stato con la Chiesa. Uno dei primi problemi affrontati dalla Costituente era quello dei suoi stessi poteri. Infatti in un discorso del 15 luglio 1946 Gerardo Bruni ne sosteneva la piena sovranità. Il più famoso dei discorsi tenuti da Bruni sulla nuova costituzione è quello sui rapporti tra Stato e Chiesa cattolica. Egli votò contro l’articolo 7 sull’inserimento dei Patti Lateranensi nella costituzione, perché credeva che lo stato italiano dovesse essere uno stato laico, argomento che aveva affrontato nel discorso del 20 luglio 1946. Gli altri interventi di Gerardo Bruni, parlavano di  argomenti di grande importanza, come ad esempio il diritto allo studio e la scuola privata, la libertà d’insegnamento, le autonomie locali, la proprietà privata ed il sistema economico. Si trattava di punti del programma che i cristiano-sociali avevano elaborato in vista della Costituente. Nel discorso sulla scuola e sul problema del diritto allo studio, Gerardo Bruni era contro l’attribuzione di borse di studio ai più meritevoli, diceva infatti che la sola promozione doveva garantire ai più bisognosi la possibilità di potere effettivamente frequentare i vari ordini e gradi delle scuole. Diceva inoltre che era a favore delle scuole private, ma che dovevano esserci delle regole precise che garantivano un rispetto dei doveri della formazione civica degli studenti. Finito il suo lavoro nell’Assemblea, avendo perso il suo lavoro come bibliotecario, iniziò a insegnare storia e filosofia nei licei, a Sulmona e quindi al “Mamiani” di Roma. Ottenuto il comando all’Università di Roma, vi conseguì nel 1955 la libera docenza in Storia della filosofia medievale, che insegnò per incarico, passando poi alla Storia delle dottrine politiche, fino al 1966. In campo politico, continuò fino alla morte ad interessarsi e talvolta ad impegnarsi in movimenti cristiani o socialisti indipendenti, poi della nuova sinistra e radicali. Morì a Roma il 10 Dicembre del 1975 a causa di un tumore.

ENRICO DE NICOLA

Postato il gennaio 24, 2014 Aggiornato il Maggio 27, 2014

Enrico De Nicola nacque a napoli il nove novembre del 1947. Fu il primo presidente della Repubblica Italiana e avvocato.Fu eletto Capo dello Stato il 28 giugno del 1946 e regnò dal primo giugno al 31 dicembre del 1977.Enrico De Nicola ebbe anche altri incarichi ed in particolare:Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della Corte Costituzionale e Presidente dello Stato.Poi ebbe un compito dai Mussolini, quello di formare un governo migliore, e dopo questo incarico si ritrovò a fare parte dei presidenti popolari.Nel 1983 dopo la caduta del regime fu chiamato a mediare tra gli Alleati e la corona.

Intervista

Postato il gennaio 24, 2014 Aggiornato il gennaio 24, 2014

Fino a che età era obbligatorio andare a scuola ai tuoi tempi? Fino alla quinta elementare. Ma chi voleva poteva continuare gli studi, io ad esempio ho frequentato le scuole superiori.

Alcuni dei tuoi compagni oltre ad andare a scuola lavoravano? No, solo dopo la quinta elementare

Chi era mancino come veniva trattato? Come tutti gli altri bambini

Quali materie si studiavano? Italiano, matematica, latino, storia, geografia, ed civica, francese, applicazioni tecniche, religione.

Quante ore si svolgevano a scuola? Dalle 8.30 fino alle 13.30 cioè 5 ore

Alla fine della quinta elementare si facevano gli esami? Si

Come era? Facile

Come si andava vestiti a scuola? Grembiule nero, colletto bianco e fiocco blu

Le classi erano miste? Sì, nelle classi c’erano sia maschi che femmine.

Esistevano le gite didattiche? Sì, mi è capitato di andare in gita a Siracusa.

Sei andato alle medie? Sì, ho frequentato le scuole medie

Come erano? Molto difficili rispetto alle elementari.

Cosa accadeva se c’era un terremoto? Non mi è mai successo fortunatamente, ma comunque noi non facevamo le esercitazioni.

C’era l’usanza di marinare la scuola? Non alle medie perché nel paese ti scoprivano subito, perché non c’erano molti posti dove andare.

Quanti libri si portavano a scuola? Pochi

Quanto duravano le vacanze estive natalizie e pasquali? Le vacanze erano: 4 mesi quelle estive(dal 15 giugno al 1 ottobre), quelle natalizie da natale a capodanno e a pasqua solo i giorni festivi.

Alle maestre si poteva dare del tu del lei o del voi? Del lei per rispetto ed educazione.

Come si andava a scuola? A piedi, perché la scuola era vicina.

C’erano laboratori per svolgere attività didattiche? No, non avevamo neanche la palestra.

Alla fine dell’anno scolastico si faceva la recita? No

Come venivano trattati i bambini più vivaci? Venivano allontanati dalla classe e dovevano stare dietro la porta in punizione.