Mese: febbraio 2014

Il giro del mondo in 80 giorni

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Phileas Fogg è un uomo ricco, riservato, con abitudini regolari. Phileas Fogg  licenzia il suo precedente servitore per avergli portato l’acqua per radersi, troppo fredda ed assume come maggiordomo Passepartout un francese sulla trentina di anni, che si rivela in gamba e affettuoso verso il padrone. Più tardi al Reform  Club, di cui Fogg è socio e che ogni giorno raggiunge a piedi, si fa coinvolgere insieme ad altri cinque membri in una discussione riguardo ad un articolo del Daily Telegraph, il quale c’è stata una rapina alla Banca d’Inghilterra ed afferma che grazie all’apertura di una nuova linea ferroviaria in India, è ora possibile viaggiare intorno al mondo in 80 giorni. I compagni di Fogg mettono in dubbio che sia davvero impossibile percorrere l’intero globo in così poco tempo, così Fogg accetta di scommettere 20.000 sterline con i suoi cinque compagni del Club, ognuno dei quali mette in palio 4.000 sterline. Fogg riceverà la somma a patto di riuscire a completare il giro del mondo in 80 giorni. Il gentiluomo parte la sera stessa portando con sé il suo nuovo maggiordomo Passepartout e una borsa in cui ha 20.000 sterline per la necessità del viaggio. Lasciando Londra Con un treno partito alle 20:45 del 2 ottobre, dovrà riuscire a rientrare alla stessa ora al Reform Club 80 giorni più tardi, sabato 21 dicembre. Fogg e Passepartout raggiungono in treno a Brindisi, dove si imbarcano su una nave diretta a Bombay. Mentre fanno tappa a Suez, in Egitto Fogg viene osservato da un detective di Scotland Yard di nome Fix, che è stato inviato da Londra per trovare il rapinatore della Banca d’Inghilterra. Poiché Fogg corrisponde bene alla descrizione del ladro, Fix lo confonde con il rapinatore e lo segue imbarcandosi sulla nave diretta a Bombay. Durante il viaggio l’ispettore Fix fa amicizia con Passepartout per sapere informazioni sul suo padrone. Passepartout ha in seguito un brutto incidente a Malarbar Hill in una pagoda (un tempio induista al centro del quale è messa l’immagine del Dio che si adora dove commette involontariamente una profanazione entrando con calze e scarpe. Fogg e Passepartout comunque riescono a prendere in orario il treno a Bombay diretti verso Calcutta. Scoprono però che, differentemente da quanto annunciato dal giornale, la costruzione della ferrovia non è ancora completa. Sono quindi obbligati a proseguire cavalcando un elefante, che Fogg acquista al prezzo pazzesco di 2.000 sterline. Durante il viaggio incrociano la processione di un rito sutty (pratica funeraria nella quale la vedova del marito viene arsa sulla pira sacrificale del defunto). Poiché la giovane ragazza destinata ad essere immolata è drogata e non partecipa volontariamente, i viaggiatori decidono di salvarla: seguita la processione fino al luogo della cerimonia, Passepartout si sostituisce di nascosto al corpo del defunto sulla pira e durante la cerimonia si alza dal rogo, spaventando i sacerdoti e fuggendo con la donna in braccio.

I viaggiatori si affrettano a prendere il treno alla stazione successiva, portando la ragazza, Auda, con loro. A Calcutta finalmente si imbarcano sulla nave a vapore diretta a Hong Kong. Fix, che era rimasto quanto bastava a mettere nei guai Passepartout per la vicenda della Pagoda di Malerbar Hill, fallisce nuovamente nell’ottenere un mandato di arresto contro Fogg ed è forzato a seguirli ad Hong Kong. In questa città scoprono che il lontano parente di Auda presso il quale avevano progettato di lasciarla si è trasferito, così decidono di portarla con loro in Europa. Nel frattempo Fix si rivolge al tribunale e trattiene Fogg per la vicenda della pagoda. Fogg paga una cauzione di 2.000 sterline e non finisce in prigione assieme al suo domestico. Fix, disperato, cerca un altro modo di sabotare Fogg: fa ubriacare Passepartout e gli fa assumere oppio in una fumeria, dopo avergli rivelato la propria vera identità e cosa crede di sapere su Fogg.

Il giorno successivo Fogg, non avvisato da Passepartout, scopre di avere perso l’imbarco e cerca una nave per Yokohama. Non riesce a trovare alcuna imbarcazione in grado di compiere il lungo viaggio ma viene informato dal padrone della goletta che il General Grant, lanave a vapore per gli Stati Uniti che avrebbe dovuto prendere a Yokohama, in realtà parte da Shangai che si trova a metà strada. Il gentiluomo prende a nolo un’altra imbarcazione che lo porta insieme ai suoi compagni (Mrs. Auda e Fix) a Shangai, da dove potranno partire con la nave a vapore diretta a San Francisco passando per Yokohama.

Una volta in Giappone, Fogg e Auda si riuniscono casualmente a Passepartout e salgono a bordo della nave a vapore, con cui attraversano l’Oceano Pacifico fino a San Francisco. Reincontrato anche Fix, questi promette a Passepartout che – avendo lasciato i possedimenti britannici, nei quali poteva far valere il mandato d’arresto nei confronti di Fogg – non tenterà più di ostacolarne il viaggio, ma che piuttosto l’aiuterà a raggiungere l’Inghilterra il più presto possibile (per poterlo arrestare lì), stringendo un patto con il domestico francese, che gli crede.

A San Francisco salgono a bordo del treno per New York. Durante il viaggio, proprio mentre Fogg sta sfidando a duello un americano che aveva litigato con Fix, il treno viene attaccato dagli indiani e Passepartout viene imprigionato mentre salva i passeggeri. Fogg intraprende una missione di salvataggio in compagnia di alcuni soldati, che ha successo. Per recuperare il tempo perduto, Fogg ed i suoi compagni noleggiano una slitta con cui raggiungono Omaha (Nebraska) appena in tempo per prendere un treno per Chicago e, quindi, un altro treno per New York. All’arrivo a New York scoprono che la nave a vapore China, che avrebbero dovuto prendere per arrivare a Liverpool, è partita da poco.

Il giorno successivo Fogg inizia a cercare un metodo alternativo per attraversare l’Oceano Atlantico. Trova il piccolo battello a vaporeHenrietta con destinazione Bordeaux, ma il capitano della nave si rifiuta di portarli a Liverpool. Fogg accetta comunque di imbarcarsi, ma durante il viaggio imprigiona il capitano e si dirige verso Liverpool. Navigando a tutta velocità, la nave esaurisce il combustibile in pochi giorni, quindi Fogg è costretto a comprare il battello stesso a caro prezzo dal capitano per bruciarne le parti di legno poste in alto e mantenere le caldaie sotto pressione. Riescono così ad arrivare fortunosamente fino alle coste irlandesi.

Grazie ad un vapore postale, i compagni arrivano a Liverpool parecchie ore prima della scadenza, più che sufficienti a raggiungere Londra in treno. Una volta raggiunto il suolo britannico, tuttavia, Fix esibisce il mandato di arresto ed incarcera Fogg. Poco dopo la situazione viene chiarita, dato che il vero ladro era stato catturato tre giorni prima. Fogg, dopo aver sferrato due pugni a Fix, corre con i suoi due compagni alla stazione dove, essendo già partito l’ultimo treno, ordina ed ottiene un treno speciale con cui arriva alla stazione di Londra con cinque minuti di ritardo rispetto alla scadenza della scommessa (in realtà il ritardo effettivo era maggiore perché entro la scadenza avrebbe dovuto presentarsi al Reform Club).

Il giorno dopo, nella sua casa di Londra, il gentiluomo si scusa con Mrs. Auda per averla portata con sé, dato che ormai, avendo speso per il viaggio quasi 20.000 sterline e dovendo pagarne altre 20.000 per la scommessa persa, avrebbe dovuto vivere in povertà e, pur volendo, non avrebbe potuto mantenerla. Mrs. Auda confessa a Fogg di amarlo comunque e questo gli chiede di sposarla. Fogg invia Passepartout dal reverendo Wilson per dargli la notizia e fissare il matrimonio. Giunto alla casa del reverendo, Passepartout scopre con grandissima sorpresa che avevano sbagliato i calcoli sulle date: credevano fosse domenica 22 dicembre, mentre in realtà era ancora sabato 21 poiché, viaggiando sempre verso oriente, avevano spostato le lancette dell’orologio un’ora in avanti per ogni fuso orario attraversato, finendo in questo modo per “guadagnare” un intero giorno al termine del loro viaggio intorno al globo.

Passepartout si affretta da Fogg, che immediatamente si reca al Reform Club, dove giunge appena in tempo, mentre l’orologio della sala batte i rintocchi, per reclamare la vincita. Così al termine del viaggio Phileas Fogg è nelle stesse condizioni economiche di prima (avendo speso 19.000 sterline per il viaggio, ne ha recuperate altrettante vincendo la scommessa), ma è sicuramente un uomo più felice perché ha trovato moglie (Mrs.Auda) e un domestico fedele e devoto (Passepartout); anzi divide le 1.000 sterline guadagnate con la scommessa con lo sfortunato Fix al quale non serba rancore e con l’onesto Passepartout.

I comuni italiani nel medioevo

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In Italia intorno all’anno mille l’ incremento demografico portò alla formazione di nuovi centri urbani e alla rinascita di quelli esistenti. Gli artigiani e i mercanti si riunirono per liberarsi dai vincoli feudali e dall’autorità imperiale, si assisté quindi alla rinascita dei commerci e all’emergere di un nuovo ceto sociale:  la borghesia. Va sottolineato come soprattutto nell’Italia settentrionale così come nelle Fiandre il potere dell’imperatore era tanto debole da consentire lo sviluppo di vere e proprie città stato autonome con le loro leggi e i  loro magistrati.  Queste città si organizzano sempre più come organismi politici e prendono il nome di comuni.

immagine   Federico Barbarossa e i comuni

immagine  comuni dell’Italia settentrionale intorno al quattordicesimo secolo

Definizioni comuni medievali (enciclopedia treccani) origini e sviluppo

video  nascita dei comuni e partecipazione dei cittadini alla vita pubblica

video con mappa concettuale nascita dei comuni in Italia

Immagine che mette bene in evidenza tutti vari comuni italiani.

Parafrasi: Ettore e Andromaca

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Ettore sorrideva silenziosamente, guardando suo figlio.

Andromaca, sua moglie, gli si avvicinò piangendo

e dicendogli queste parole:

” Infelice, non hai pena di tuo figlio

e di me che resterò vedova, perchè i Greci ti uccideranno.

Sarebbe meglio morire che restare senza di te;

perchè se tu muori non avrò altro amore

ma pene! Non ho padre nè madre

pechè Achille li ha uccisi.

Ettore, sei per me tutta la mia famiglia;

abbi pietà rimani,

non rendere tuo figli orfano e tua mogli vedova”.

Allora Ettore le rispose: ” Moglie, anche io penso a tutto questo, ma

mi vergogno dei Troiani e delle donne Troiane

se mi comporto da vigliacco e non vado a combattere.

Il mio cuore non vuole, perchè ho imparato a essere forte

a combattere tra i primi,

dando gloria a me steso e a mio padre.

dentro il mio animo io lo so:

Verrà il giorno in cui Troia verrà distrutta,

e Priamo con la sua gente:

Ma non soffrirò per loro,

nemmeno per i miei genitori

e i miei fratelli che cadranno valorosamente

a causa dei nemici,

quanto per te, che qualche Greco dall’armatura di bronzo,

ti porterà via, facendoti prigioniera:

allora dovrai tessere per altri,

e attingere l’acqua dalle fonti,

costretta a umili lavori.

E qualcuno, vedendoti piangere dirà:

“Ecco la mogli di Ettore, che era il più forte dei troiani!”

E questo per te sarà un nuovo dolore

senza l’uomo che avrebbe impedito la tua schiavitù.

Preferisco essere morto prima

di sentire le tue grida e il tuo rapimento”

E così dicendo,allungò le braccia verso il figlio:

ma il bambino si strinse al petto della balia

gridando per l’aspetto del padre,

spaventato dall’armatura e dall’elmo.

Ettore e Andromaca sorrisero.

e subito Ettore si tolse l’elmo,

e lo posò a terra;

prese in braccio il figlio adorato e lo baciò

pregando Zeus e gli altri dei,dicendo:

“Zeus e voi dei fate in modo che mio figlio

cresca come me, illustre tra i Troiani

forte, regnando come un re;

e qualcuno dico un giorno: “E’ più forte di suo padre!

quando tornerà dalla battaglia. Porti i cadaveri

dei nemici e sua madre sia fiera di lui!”.

Dopo aver detto ciò mise il bambino

in braccio a sua moglie; e lui lo strinse a sé,

sorridendo tra le lacrime; Ettore lo guardò con tenerezza,

L’accarezzò e gli disse:

“Povera,non ti affliggere troppo!

nessuno potrà uccidermi contro il destino;

ma al destino nessun uomo può opporsi,

valoroso e vigliacco che sia.

Adesso torna a casa e occupati dei tuoi lavori;

ordina alle ancelle di battere al lavoro; alla guerra penseremo

io e tutti i Troiani”.

PARAFRASI: L’EROISMO DEL TROIANO ETTORE

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Ettore guardò il bambino  sorridendo, Andromeda si avvicinò piangendo, lei gli prese la mano e disse: tu non hai compassione né di me né di mio figlio, presto i greci ti uccideranno e io senza di te e senza nessun altro al mondo e meglio che muoia .Ettore ,tu per me sei un padre, una madre e un fratello,tu sei il mio giovane sposo;dunque abbi pietà, rimani a difendere la tua famiglia . Ma Ettore era un grande eroe e pur amando Andromaca e suo figlio ,le disse: anch ‘io penso a tutto questo ,ma mi vergogno se lascio i troiani da soli in guerra .Anche se nel mio cuore so che Troia verrà distrutta la mia pena non sarà per i troiani ne per il re Priamo o per sua moglie ,ma per te,che sicuramente diventerai schiava dei Greci costretta a tutto .Quando ti vedranno piangere diranno ecco la sposa di Ettore,che era il più  forte a combattere fra i troiani! Spero di essere già morto quando tutto questo avverrà .E dicendo così ,tese le braccia al figlio e lo portò al petto,ma il bimbo si spaventò per via dell’armatura di bronzo e dell’elmo pieno di crini di cavallo che vedeva ondeggiare.Ettore sorrise e si tolse l’elmo e lo pose a terra, poi baciò il figlio e lo abbracciò e disse rivolgendosi a Zeus e gli altri dei :fate che sia valoroso e coraggioso come me e che un giorno tutti dicano che sia più forte di suo padre, che torni dalle guerre con spoglie insanguinate ! Dopo che disse così mise il bimbo in braccio alla madre che lo strinse al seno profumato, Ettore si intenerì a guardarla l’accarezzò e disse: non ti affliggere nessuno potrà uccidermi non si può andare contro il destino se non è scritto così,torna a casa pensa al tuo lavoro alla guerra ci pensano gli uomini .Ettore riprese l’elmo e si allontanò ,la moglie  con il figlio tornò a casa e raccontò tutto alle ancelle che sentivano nel cuore un fosco presagio :temevano che l’eroe non sarebbe più tornato .

Iliade-parafrasi-L’eroismo del Troiano Ettore

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Egli guardando il bambino sorrise in silenzio ma Andromaca piangendo gli prese la mano e disse- misero il tuo coraggio ti uccidera non hai compassione per tuo figlio che vedeva diventerò perché  ti uccideranno. Meglio scegliere di morire se tu muori perché non ho i genitori. Perciò per me ci sei solo tu quindi abbi pietà- E allora Ettore disse- anch’io penso questo ma devo sconfiggere i greci perché non voglio perdere l’onore anche se troia verrà distrutta. Non avrò dolore neanche per Priamo. Quanto a te qualcuno ti portera nell’Argo e qualcuno ti dirà- Ecco la sposa di Ettore- – Ettore andò ad abbracciare il bambino però il bambino si spaventò. Quindi Ettore si levo l’elmo e baciò il bambino e disse- fatelo diventare più forte di me- poi abbracciò la madre e disse- non ti affliggere per me! vai a casa e fai  il tuo lavoro che alla guerra ci pensano i maschi-.

L’eroismo del troiano Ettore

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Ettore, guardando il bambino, sorrise in silenzio: ma Andromaca si avvicinò piangendo, e gli prese la mano, parlò così: “Infelice, il tuo coraggio ti ucciderà, tu non hai compassione per tuo figlio così piccino, di me, che sarò presto vedova, presto ti uccideranno gli Achei, balzandoti contro tutti: oh, meglio per me morire, priva di te; perché nessun’ altra dolcezza, se tu muori, avrò mai, solo pane! Non ho il padre, non ho la madre. Mio padre l’ha ucciso il glorioso Achille…

Ettore, tu sei per me padre e madre e fratello, tu sei il mio giovane sposo; ah, dunque abbi pietà, rimani qui sulla torre, non fare tuo figlio orfano, vedova la sposa;…”

E allora grande Ettore, elmo abbagliante, le disse:

“Donna, anch’io, si, penso a tutto questo; ma ho troppa vergogna dei Troiani, delle Troiane dalle lunghe vesti, se resto come un vile lontano dalla guerra. Né lo vuole il mio cuore, perché ho appreso a esser forte sempre, a combattere in mezzo ai primi Troiani, al padre procurando grande gloria e a me sesso. Io lo so bene questo dentro l’anima e il cuore: verrà il giorno che Troia verrà distrutta, e Primo, e la gente di Priamo buona lancia: ma io non avrò tanto dolore per i Troiani, non per la stessa madre, non per il re Priamo, e non per i fratelli, che molti e forti cadranno nella polvere per mano dei nemici, quanto per te, che qualche acheo dall’armatura di bronzo, trascinerà via piangente, privandoti della libertà: allora, vivendo in Argo, dovrai tessere per altri e attingere l’acqua, costretta a tutto: grave destino sarà su di te.

E dirà qualcuno che ti vedrà lacrimosa:

“Ecco la sposa d’Ettore, che era il più forte a combattere fra i Troiani domatori di cavalli, quando lottavano per Troia!” Così dirà allora qualcuno; sarà un nuovo strazio per te, priva dell’ uomo che avrebbe potuto impedire che tu venissi resa schiava. Ettore si augura di essere morto prima di sentire le urla della moglie e di sapere che è stata fatta schiava.” E dicendo così, Ettore tese al figlio le braccia: ma indietro il bambino, sul petto della balia bella cintura si piegò con un grido, atterrito all’aspetto del padre, spaventato dal bronzo e sulla cima dell’ elmo c’erano crini di cavallo, per spaventare i nemici, che vedeva ondeggiare terribile in cima all’elmo. Sorrise il padre, e la madre, e subito Ettore illustre si tolse l’elmo di testa, e lo posò scintillante per terra; e poi baciò il caro figlio, lo sollevò fra le braccia, e disse, supplicando Zeus e gli altri dei: “Zeus, e tutti gli dei, fate che cresca mio figlio, così come sono io, illustre tra i Teucri, così gagliardo di forze, e regno sovrano su Troia; e un giorno dica qualcuno: “E’ molto più forte del padre!”, quando verrà dalla lotta. Porti egli le spoglie insanguinate del nemico abbattuto, goda in cuore la madre!” Dopo le disse così, mise in braccio alla sposa suo figlio; e lei lo strinse al seno profumato, sorridendo tra il pianto; s’intenerì lo sposo a guardarla, l’accarezzò con la mano, le disse parole, parlò così: “Misera, non ti affliggere troppo nel cuore! nessuno contro il destino potrà uccidermi; ma la personificazione de destino, ti dico, non c’è uomo che possa evitarla, sia valoroso o vile, dal momento che è nato. Su, torna a casa, e pensa all’opere tue, telaio, e fuso; e alle ancelle comanda di badare al lavoro; alla guerra penseranno gli uomini e io soprattutto”.

Quando finì di parlare, Ettore riprese l’elmo e si allontanò. Andromaca invece con il suo bambino tornò verso casa, ma continuamente lungo il cammino si voltava indietro, piangendo vedere il duo sposo andarsene lontano. Quando fu ritornata, raccontò tutto alle ancelle, e insieme compiangevano Ettore. Tutte infatti sentivano nel cuore un oscuro presagio: temevano che l’eroe non sarebbe tornato vivo dallo scontro.

Compito in classe: descrizioni

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DESCRIZIONE DI UNA PERSONA

La persona che voglio descrivere è mia madre.

Mia madre si chiama A.B.  ha:  i capelli ondulati, biondi e lunghi,  gli occhi verdi come lo smeraldo, è alta 1,60m,  non porta gli occhiali, ha 42 anni, è magra, pesa  50 kg, è nata il  10/01/1972; mia madre dà molta importanza all’ordine e alla pulizia, di solito si veste in maniera sportiva: jeans, maglietta e scarpe da ginnastica.

DESCRIZIONE DI UN LUOGO

Il luogo che voglio descrivere è la mia casa.

La mia casa è molto grande. Sotto [a piano terra] c’è un’ enorme spazio all’aperto, appena entri c’è il salone, poi a sinistra la mia camera, a destra la camera dei miei genitori, un po’ più avanti il bagno, di fronte al corridoio la lavanderia e accanto la cucina, e uno studio dove mio padre sbriga le cose per il lavoro e inoltre abbiamo due balconi, uno lunghissimo dove puoi uscire sia dalla cucina sia dalla mia camera, e il secondo a cui si accede dal salone.

DESCRIZIONE DI UN OGGETTO

l’oggetto che voglio descrivere è la mia scrivania.

La scrivania l’ho comprata da poco, la uso principalmente per fare i compiti. Sopra ci metto i libri, i quaderni le mie foto e molto altro. La mia scrivania è molto grande e spaziosa, lì conservo tutti i libri che ho letto e che dovrò leggere, i fumetti e tutti i miei album degli amici cucciolotti. Alcune volte la uso pure per scrivere delle lettere ai miei parenti lontani in America o a New York, oppure anche qualche volta per disegnare.

PARAFRASI

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Ettore guardò sorridendo il figlio, mentre Andromaca vicino piangeva, dicendogli: il tuo coraggio t’ ucciderà e io rimarrò vedova e orfano tuo figlio. Per me tu rappresenti sia mio padre, mia madre, mio fratello, ma sei suprattutto il mio giovane sposo. Anch’ io penso a questo, rispose Ettore, ma ho troppa vergogna contro i troiani, perciò devo combattere per dare onore sia a me sia a mio padre. Se Troia cadrà diventerai prigioniera e schiava dei greci, e qualcuno dirà: ecco la sposa di Ettore, che era il più forte dei Troiani. Ettore poi si levò l’ elmo baciò il figlio e disse, pregando Zeus e altri dei: fate che cresca più forte di me. Si rivolse alla moglie e le disse: nessuno mi getterà nell’ Ade ma ti dico che non c’ è uomo che possa evitare la morte. Sù torna a casa e pensa alle tue cose, che  a fare la guerra penseranno gli uomini.

ILIADE Ettore e Andromaca parafrasi

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Lui, mentre guardava il bambino, sorrise in silenzio:

ma Andromaca si avvicinò al bambino piangendo,

gli prese la mano e disse queste parole:

Infelice, il tuo coraggio ti farà uccidere, tu non hai pena di tuo figlio così piccolo, e di me sventurata, che diventerò vedova,

presto gli Achei ti uccideranno, balzandoti addosso: meglio se io morissi, senza di te: non avrò solo dispiaceri se tu muori,

non ho padre ne madre, mio padre l’ ha ucciso Achille,

Ettore, tu per me sei padre, madre e fratello, tu sei il mio giovane sposo;

rimani a casa e non rendere tuo figli orfano, e me vedova;

allora Ettore disse:

anch’ io penso a tutto questo,

ma ho troppa vergogna dei troiani,

se resto come un vigliacco lontano dalla guerra.

E non lo vuole neanche il mio cuore, perchè ho imparato a combattere in mezzo ai Troiani,

dando gloria a me e a mio padre.

Io lo so che un giorno la sacra Troia verrà distrutta insieme al suo re ed ai suoi abitanti,

ma io non avrò dolore per i fratelli che moriranno per colpa dei nemici.

ma ho paura per te che qualche Acheo dall’ armatura di bronzo ti porti via togliendoti la libertà,

allora ti faranno tessere la tela e prendere l’ acqua dalle sorgenti,

sarà una vita difficile per te e chi ti vedrà piangere dirà:

ecco la sposa di Ettore che era il più grande dei combattenti Troiani,

sarà straziante per te stare senza l’ uomo che ti avrebbe potuto tenere lontano dalla schiavitù.

Spero di morire prima di sentire le tue urla di aiuto.

Così dicendo tese le braccia al bambino, ma si ritirò sul petto della madre,

impaurito dall’ aspetto del padre,

il padre e la madre sorrisero,

Ettore si tolse l’ elmo e lo posò per terra;

poi baciò suo figlio e se lo mise sulle braccia,

poi disse supplicando a Zeus:

fa che mio figlio cresca, come me, tra i Troiani,

forte e valoroso, e regni so Troia, e che un giorno diventi molto più forte del padre,

quando tornerà dalle battaglie, porterà i corpi sanguinanti dei nemici, e possa fare felice la madre.

Ella sorrise e strinse suo figlio al seno profumato,

sorridendo, Ettore guardò la sposa, le accarezzò il viso, e disse:

infelice non t’affliggere troppo

nessuno potrà uccidermi contro il destino;

mala personificazione del destino, ti dico, nessuno può evitarla,

che sia valoroso o vigliacco, da quando è nato.

Torna a casa e pensa alle tue opere,

e alle ancelle dice di badare al lavoro; gli uomini penseranno alla guerra, tutti quelli che nacquero a Troia

L’ eroismo del troiano Ettore

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Ettore e Andromaca

Ettore guardando su figlio sorrise in silenzio,  Andromaca si avvicinò piangendò,gli prese la mano e gli disse ” il tuo coraggio ti ucciderà, non

pensi al tuo bambino e a me che diventerò vedova, perchè presto gli Achei ti uccideranno.

Sarà meglio per me morire che rimanere senza di te; perchè

se tu muori non avrò più amore ma solo dispiacere!

Io non ho più mia madre e padre. Mio padre è stato ucciso da Achille.

Ettore tu sei per me padre, madre, fratello e giovane sposo; abbi pietà,

rimani qui non fare orfano tuo figlio e vedova me”.

Allora Ettore dall’ elmo splendente le disse: ” Sposa anche io penso tutto questo,  ma ho troppa vergogna verso i Troiani se rinuncio alla guerra.

Non lo desidera neanche il mio cuore, perché ho imparato ad essere sempre forte, a combattere per la gioia di mio padre e di me stesso. Sono convinto di questo che un giorno Troia verrà distrutta e anche Priamo e la sua gente e il suo popolo.

Ma non sofrirò per lui, sua moglie Ecuba e per i fratelli valorosi che moriranno, ma per te, perchè qualche Acheo ti priverà della libertà vivendo in Argo (Grecia), dovrai lavorare per altri e prendere l’acqua dalle fonti.

Quando qualcuno ti vedrà dirà ecco la sposa di Ettore, il più forte guerriero domatore di cavalli di Troia. Così diranno e per te sarà straziante perché priva dell’uomo che avrebbe potuto impedire che tu venissi resa schiava.

Ettore si augura di essere morto e sepolto, prima di sentire le urla di sua moglie e di sapere che è stata fatta schiava.

Detto questo allungò le braccia verso il figlio ma lui si avvicinò al petto della madre, iniziò a gridare, spaventato da come era vestito il padre e dall’elmo ornato da crini di cavallo che servivano a spaventare i nemici. Loro sorrisero, allora Ettore si tolse l’elmo,prese il figlio in braccio lo sollevò, lo baciò e disse supplicando a Zeus e agli Dei di farlo crescere come lui, forte e illustre; così un giorno diranno, quando ritorna dalla guerra, “È molto più forte del padre”.

Dopo che disse così, ,diede suo figlio in braccio alla sposa, che lo strinse al suo seno profumato e lui si intenerì a guardarli la accarezzò e le disse” non ti affliggere troppo nessuno può andare contro il destino che abbiamo fissato, nessun uomo può evitarlo, sia se è valoroso sia se è timoroso.

Torna a casa e pensa alle tue cose al telaio, al fuso e ordina le ancelle di controllare il lavoro; alla guerra ci pensano gli uomini e soprattutto io penserò a tutti gli uomini di Ilio(Troia).