Mese: aprile 2014

Il ciclope Polifemo

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250 Così Polifemo finì velocemente il lavoro,

accese il fuoco, ci vide e ci chiese:

: «chi siete? Da quale mare venite?

Vagate sul mare per affari o a caso,

come i pirati che vagano

255 rischiando la loro vita e arrecando danni agli stranieri? ».

Disse così e a noi ci spezzò il cuore,

spaventati dalla sua profonda voce e dalla sua mostruosità.

E rispondendo gli dissi queste parole:

: «siamo Achei, di ritorno da Troia! Per volere di Zeus siamo stati trasportati

260 da diversi venti sulla vastità del mare ,

abbiamo percorso diverse vie

ma siamo desiderosi di ritornare a casa.

Ci vantiamo di essere  figli dell’ Atreo Agamennone,

che gode di una grandissima fama nella terra:

265 infatti ha distrutto la grande città e

ha sterminato molta gente. Noi, qui presenti, ci inginocchiamo davanti a te,

semmai volessi accoglierci o darci  un dono diverso,

secondo le regole dell’ospitalità.

O Tu, potente che onori gli dei: ti preghiamo di aiutarci.

270 Così gli dissi, Zeus rende giustizia a coloro che lo implorano,

è il Dio dell’ospitalità e protegge gli stranieri degni di rispetto».

Lui mi rispose subito con parole dure:

: «tu che mi inviti a temere o ad evitare gli dei,

devi essere sciocco o venire da molto lontano.

275 Ma noi Ciclopi non temiamo né  Zeus

né gli dei, perché noi siamo molto più forti.

Per evitare l’ira di Zeus non risparmierei

né te né i tuoi compagni, se l’ animo non me lo chiede.

Dimmi dove si trova la tua nave imponente,

280 se è lontana o se è vicina, così che io possa saperlo».

Polifemo pronunciò queste parole per mettermi alla prova: ma non riuscì ad

ingannarmi perché ho esperienza .

Così gli replicai queste parole false: «Posidone, colui che fa tremare la terra, mi ha

distrutto la nave che ha gettato contro gli scogli, spingendola su un promontorio,

285 ai confini del vostro paese: il vento ci ha trascinati  dal largo del mare.

Ma io e i miei compagni, abbiamo evitato la rovinosa morte».

Dissi queste parole ma egli non mi rispose e con brutalità

all’ improvviso tese le mani sui miei compagni,

ne afferrò due di loro e li scagliò per terra come fossero dei cuccioli:

290 : la terra fu cosparsa del loro cervello che bagnò il suolo.

Smembrò ogni singola parte del loro corpo e si preparò per  la cena:

: mangiava come un leone di montagna, non lasciava niente né interiora, né carne, né

ossa con il midollo.

Vedendo questa terribile azione, iniziammo a piangere con le mani  rivolte verso

295 Zeus: ci sentivamo impotenti.

L’INCONTRO CON POLIFEMO -PARAFRASI

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Il gigante dopo aver finito velocemente il suo lavoro accese il fuoco,accortosi di noi stranieri ci chiese: chi siete? venite dal mare? navigate per affari oppure sensa meta, come i banditi che girano e rischiano la loro vita portando danni agli altri? Quando il mostro parlò  a noi si infranse il cuore perchè impauriti dalla sua voce profonda e dalla sua grandezza. Anche se impauriti spiegarono chi erano dicendo siamo Achei in ritorno da Troia, portati da un naufraggio e desiderosi di ritornare a casa dopo  aver percorso tante rotte e tappe volute da Zeus. Ci vantiamo di essere discendenti di Achea la cui notorietà ora è grandissima, anche se ha  annientato tanta gente. Noi siamo giunti fino a qui e ci inginocchiamo davani a te, se tu ci darai ospitalità , uomo importante ascolta i  tuoi dei, noi ti preghiamo di aiutarci. Zeus è un Dio rancoroso verso chi prega, ma degno di rispetto per gli uomini stranieri. Appena detto così, il gigante replico’ con cuore duro che  i ciclopi  non erano  per niente ospitali e che disprezzavano  gli dei , lui vantandosi del suo carattere selvaggio e replicando che i ciclopi non veneravano Zeus egida o gli altri dei perchè sono più forti,e per evitare l’ira di Zeus  non risparmierei ne te ne i miei compagni. Straniero dove hai lasciato la tua nave per venire qui? Il gigante chiese della nave per metterci alla prova , ma non riusci a ingannarci così disse che l’aveva distrutta Poseidone sbattendola  contro gli scogli  e  portandola via a largo, evitando la rovinosa morte.  Il gigante infuriato afferò due uomini e li lanciò a terra con grande forza, il cervello si sparse e sporcò il terreno.Li squartò pezzo per pezzo per preparare la sua cena, mangiava come un leone selvaggio sensa lasciare nulla . I restanti uominin alzarono le mani a Zeus nel vedere la terribile azione compiuta dal ciclope, a ciò erano impotenti.

SAN FRANCESCO D’ASSISI

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San Francesco d’ assisi, nato Giovanni di Piero Bernadone nel 26 settembre 1182 morto nel 3 ottobre 1226 è stato un religioso e  poeta  italiano. Diacono e fondatore dell’ ordine che da lui poi prese il nome, è venerato come santo della Chiesa cattolica. Il 4 ottobre ne viene celebrato la memoria liturgica in tutta la Chiesa cattolica. E’ stato proclamato , assiema a Santa Caterina da Siena, patrono principale d’ Italia il 18 giugno 1939 da  papa Pio XII. Conosciuto come” il poverello d’ assisi”, la sua tomba a metà  pellegrinaggio per decine di migliaia di  devoti ogni anno. La citta  di Assisi ,a motivo del suo illustre cittadino, è assurta a simbola di pace, soprattutto dopo aver ospitato tre grandi incontri tra esponenti delle maggiori religioni nel mondo, promossi da Papa Giovanni Paolo II NEL 1986 e nel 2002 da Papa  Benedetto XVI nel 2011. Oggi San Francesco d’ Assisi e uno dei santi più popolari e venerati al mondo.

 

Parafrasi: Il ciclope Polifemo

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Dopochè velocemente finí il suo lavoro, ecco che accese il fuoco e ci vide, ci chiese: ” Stranieri, chi siete? Da dove venite attraverso il mare? Per affari o a caso vagante sul mare, come i predoni che vagano rischiando la vita, portando danno agli stranieri?” Disse così,  e a noi si spezzò il cuore, atterriti dalla voce profonda e da lui, dal mostro. Ma anche così rispondendo con parole gli dissi:” Siamo Achei, di ritorno da Troia! Deviàti da venti diversi sul grande abisso del mare, desiderosi di arrivare  a casa, altre rotte  e altre tappe abbiamo percorso: il responsabile di certo è Zeus.  Ci vamtiamo di essere la gente del figlio di Atreo Agamennone,  la cui fama sotto il cielo è grandissima ora: così la grande città,  infatti,  ha distrutto e molte genti ha annientato.  Noi, qui venuti, ci inginocchiamo davanti a te, semmai ci ospitassi o  ci dessi anche un diverso regalo, quale è norma tra gli ospiti. O potente, onora gli dei: ti preghiamo di aiutarci. Vendicatote di supplici e ospiti è Zeus,  il dio ospitale che scorta i degni di rispetto stranieri”.  Dissi così,  lui subito mi rispose con cuore spietato:” Sei sciocco o straniero o vieni da molto lontano, tu che mi inviti a temere o a evitare gli dei. Ma i Ciclopi non curano Zeus egìoco o goi dei beati, perché siamo molto più forti. Per schivare l’ira di Zeus non risparmierei  nè te nè i compagni, se l’anonimo non me lo ordina. Ma dimmi dove hai fermaro, venendo, la neve ben costruita, se in fondo o in un luogo vicino, perché io lo sappia”. Disse così per mettermi alla prova: ma non m’ingannò, ne so tante. E di nuovo gli dissi con parole Ingann

evoli:” La nave me l’ha fracassata Poseidone che scuote la terra, gettandola contro gli scogli, ai confini del vostro paese, spingendola su un promontorio: il vento la portava dal largo. Io però, con costoro,  ho evitato la rovinosa morte”. Dissi così,  ed egoi non mi rispose, con cuore spietato, ma d’ un balzo allungò sui miei compagni le mani, ne afferrò due a un tempo e li sbattè come cuccioli a terra: si sparse a terra il cervello, e bagnò il suolo. Li squartò membro a membro e aporestava la sua cena: mangiava come un leone ctesciuto sui monti, niente lasciava, interiora, caeni e ossa con il midollo. Noi piangendo alzammo a Zeus le mani, vedendo la terribile azione: eravamo impotenti.

IL CICLOPE POLIFEMO: PARAFRASI

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IL CICLOPE POLIFEMO

L’ INCONTRO CON POLIFEMO

Dopochè sveltamente fini’ il suo lavoro,

ecco che accese il fuoco e ci scorse, ci chiese

<<Stranieri, chi siete? da dove venite per le liquide vie?

Per affari o alla ventura vagate

sul mare, come i predoni che vagano

rischiando la vita, portando danni agli estranei?>>

Disse cosi’ e a noi spezzo il caro cuore

atterriti dalla voce profonda e da lui , il mostro.

Ma anche cosi’ rispondendo con parole gli dissi:

<<Siamo Achei, di ritorno a Troia! deviati

da  venti diversi  sul grande abisso del mare

bramosi di giungere a casa, altre rotte e altre tappe,

abbiamo percorso:a voluto disporre cosi’ certo Zeus

ci vantiamo d’ essere gente dell’ Atride Agamennone

la cui fama sotto il cielo è grandissima ora

cosi’ la grande città , infatti ha distrutto e molte genti

ha annientato. Noi qui venuti, ci gettiamo,

alle tue ginocchia se mai ci ospitassi o ci dessi

anche un diverso regalo, quale norma è tra gli ospiti.

O potente onora gli dei: siamo tuoi supplici

vendicatore di supplici e di ospiti è zeus

il dio ospitale che scorta i venerandi stranieri.

dissi cosi’, lui subbito mi rispose con cuore spietato:

<<Sei sciocco o straniero, o vieni da molto lontano,

tu che mi inviti a temere o a schivare gli dei.

Ma i ciclopi non curano zeus e gioco

o gli dei beati, perchè siamo più forti di loro

per schivare l’ ira di Zeus non risparmierei

ne te ne i compagni, se l’ anima non me lo ordina.

Ma dimmi dove hai fermato, venendo, la nave ben costruita

se in fondo o in un luogo vicino, perché  io lo sappia>>

Disse così per provarmi: ma non m’ inganno, ne so tante.

E di nuovo gli dissi con parole ingannevoli

<<la nave me l’ ha fracassata Poseidone che scuote la terra

gettandolo conto gli scogli, ai confini del vostro paese,

spingendola sul promontorio: il vento la portava dal largo.

Io però, con costoro, ho evitato la ripida morte>>

Dissi così, ed egli non mi rispose con cuore spietato

ma d’ un balzo allungò sui miei compagni le mani

né afferrò due a un tempo e li sbatte come cuccioli

a terra: sprizzò  terra il cervello, e bagnò il suolo.

Parafrasi:

L’ INCONTRO CON POLIFEMO

Quando finii il suo lavoro

accese il fuoco e ci chiese

<< stranieri chi siete e da dove venite?>>

per affari o alla avventura andate

sul mare, come i pirati che vanno

rischiando la vita portando danno agli estranei?>>

disse cosi, e a noi si spezzo il cuore,

spaventati dalla voce profonda e da lui, dal ciclope

Ma anche così rispondendo gli dissi:

<<Siamo Achei , di ritorno da Troia! deviati

da molti venti sul mare,

desiderosi di giungere a casa, molte altre rotte e tappe

abbiamo percorso: ha voluto disporre Zeus.

Ci vantiamo di essere gente del Atride Agamennone ,

si conosce da per tutto sulla terra:

così Troia ha distrutto molte città e molte genti

uccise. Noi arrivati da te ci gettiamo

ai tuoi piedi se ,ai ci ospitassi o ci dessi anche qualche altra cosa,

come accogli ospiti?

O potente onora gli dei : siamo tuoi supplici.

Zeus è vendicatore di supplici e di ospiti

il dio ospitale che scorta i saggi anziani stranieri>>

dissi così, lui subito mi rispose con cuore spietato

<<Sei sciocco straniero tu che vieni da molto lontano

mi inviti a temere e a schivare gli dei

ma i ciclopi non curano Zeus

o gli dei perché noi siamo più forti di essi.

per evitare l’ ira di Zeus non risparmierei

ne te ne i tuoi compagni, se non lo voglio.

ma dimmi hai arroccato la tua nave

vicino o in fondo?>>

Disse così ma non mi inganno.

E di nuovo gli dissi con parole ingannevoli:

<<la nave me  la fracassata Poseidone,

gettandola contro gli scogli, ai confini del vostro paese

spingendola su un promontorio: il vento la portava al largo.

io però con gli dei ho evitato la morte>>.

dissi così egli però non mi rispose con cuore spietato.

ma inaspettatamente allungò le sue mani sui miei compagni

ne afferrò due e li sbatte a terra come cuccioli,

sprizzo a terra il cervello , e bagnò il suolo.

 

 

 

 

 

IL SEGRETO DELLA FAMIGLIA TENEBRAX

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Come ogni suo libro Geronimo Stilton inizia con il presentarsi. Un giorno Geronimo riceve una telefonata da Tenebrosa, la sua spasimante la quale gli dice che fra poco lo verra a prendere per fargli una sorpresa.Geronimo si traveste con degli ochiali grossi, un cappello e un impermeabile lungo  ed scese  dal retro del  palazzo per evitare l’incontro con Tenebrosa, ma lei intui le sue intenzioni. lo attese all’ uscita e con uno sgambetto lo fece direttamente cadere dentro il carro funebre con il quale era arrivata. Durante il viaggio, Tenebrosa rivela a Geronimo che lo staportando al castelteschio per fargli conoscere la sua famiglia Geronimo era terrorizato all’ idea che aveva avuto Tenebrosa. Arrivati al castello, Geronimo notò subito qual cosa di strano che per qualche motivo lo fece rabbrividire.quando Tenebrosa suonò il campanello del castelteschio inve di un campanello classico si sentì un miagolio,così entrando nel castello all’ entrata c’era una pianta carnivora enorme che gli divorò il telefono Geronimo essendo un ifone saltò in aria però Tenebrosa disse a Gronimo non avere paura di lei perchè e innocua. Il maggiordomo fece accomodare Geronimo nella stanza degli ospiti, dove c’era scritto nella porta ” QUI GIACE L’OSPITE” Geronimo era terrorizzato ad entrara in quella stanza, all’interno della  stanza trovò un tappeto burlone che faceva dispetti a tutti quelli che entravano, poi trovo uno specchio che non rifletteva la luce come se si stesse specchiando un vampiro pero come noi sappiao i vampiri non si possono specchiare  a Geronimo gli pareva di esserlo così si spavento si controllo il collo per vedere se era stato morso ma non lo era e poi ancora trovò un camion giocattolo che si accendeva da solo Geronimo non era molto spaventato perchè si stava ormai abituando a tutte quelle stranezze che stavano succedendo in quel castello. A Geroni  gli venne fae sentendo un odora uonissimo di stufato,Geronimo seguì l’odore e incontro uno strano cuoco affatica dal lavoro che glene fece assaggiare un pò. Geronimo chiese che cosa stesse cucinando di buono il cuoco gli sispose  vermi sanguisughe e altre schifezze varie Geronimo disse ma che schifo. Quando arrivò l’ora di pranzo Geronimo tento di scappare sotto il tavolo ma gli fu inpedito da Kakfa lo scarafaggio  pronto a  pizzicare , poi chiese a Sgnic e Sgnac du gemelli birbantelli dove si trovava il bagno, questi due gemelli gli indicarono una stanza che non era il bagno ma era una stanza piena di fragole carnivore. Geronimo vedendo tutte quelle piante carnivore ebbe così paura  che si fece la pipì a dosso e così scappò a ganbe levate, per trovare un rifugio  ma capito in un’ altra stanza ancora peggiore di quella precedente una stanza dove c’erano lemummie. Geronimo spaventato uscì mentre correva per salvarsi le penne scivolò  su una mappa del tesoro Geronimo ingenuamente seguì le indicazioni quando add’ un tratto arrivato nel punto preciso dove finivano le indicazioni della mappa cioe allpunto X cadde in una botola e capitò difinire in un’ altra stanza dove c’era un cartello dove si leggeva ” BENVENUTI NELLA STANZA DEGLI SCHERZI DI SGNIC E SGNAC “. A questo  punto capito chi erano gli artificeri ditutte le sue disavventure tornò nel salone, vide tutta la famiglia riunita ad ascoltare un notaio che leggeva il testamento lasciato dal nonno Frankestàin, bisnonno di Tenebrosa. D’ un tratto appare il bisnonno che rivela di non essere morto, ma solo essersi addormentato ai piedi di un albero, così scoprendo che il nonno  non era  mortovissero felici  e ora vi starete domandando che fine o fatto io  sono semplicemente tornato a casa.

Fairy oak la trilogia

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RIASSUNTO, IL SEGRETO DELLE GEMELLE, L’INCANTO DEL BUIO E IL POTERE DELLA LUCE

Il segreto delle Gemelle, L’incanto del Buio e Il potere della Luce, sono i capitoli di questa trilogia che narra la storia del villaggio di Fairy Oak (Quercia Fatata) luogo magico in tutti i sensi. Difatti in questo villaggio, situato in una splendida valle vicino al mare, magici della Luce, magici del Buio e non magici vivono in armonia in un equilibrio che si è stabilito ormai da generazioni. Centro del villaggio è una Quercia magica che ha il potere di parlare, e di muoversi! La vita della comunità scorre tranquilla nella sua quotidianità, tra lavori, scuola e festeggiamenti. Al centro della storia c’è una famiglia, quella dei Periwinkle, di cui fanno parte oltra che i genitori non magici, Cicero e Dalia, delle due protagoniste, anche la famosa e nobilissima strega della Luce Lalla Tomelilla, e la dolce fatina baby-sitter Sefelicetusaraidirmelovorrai, per gli amici Felì. Infatti il popolo fatato ha stabilito un patto con le strage per cui ogni nuovo nato viene accudito da una fata che fa da baby-sitter al piccolo fino all’età di 15 anni; Felì viene chiamata appositamente dalla strega che più ammira, appunto Lalla Tomelilla e dal suo arrivo a casa Periwinkle inizia a raccontare la storia delle due gemelle. Vaniglia e Pervinca sono due bambine normali, gemelle anche se diverse, e fino all’età di 9 anni vivono una tranquilla esistenza da ragazze tra giochi, scherzi e scuola. Il loro mondo è disseminato di tantissimo amore, quello che proviene dalla loro famiglia, dalla loro fatina e da tutti i loro amici. Nel primo capitolo della serie, Il segreto delle Gemelle, scopriamo che le due bambine non a caso sono nate 12 ore di distanza l’una dall’altra: Pervinca che è nata a mezzanotte è infatti è una strega del Buio, mentre Vaniglia, che è nata a mezzogiorno, appartiene alla Luce. Da questo punto inizia la storia delle due ragazze che si troveranno a dover fare i conti con un antico nemico della valle, il Terribile 21, che rappresenta tutto ciò che c’è di maligno nel mondo. Nella lotta contro questo temibile nemico le due sorelle però non saranno sole, intorno a loro avranno una schiera di amici e anche di piccoli nemici, che le aiuteranno, in un modo o nell’altro, ad affrontare i nuovi ostacoli. Una delle caratteristiche del Terribile 21 è quella di rapire magici del Buio per convertirli alla sua causa e scatenarli contro i loro stessi parenti. Nel secondo libro, L’incanto del Buio, non saremmo quindi sorpresi di vedere la piccola Pervinca passare dalla parte del nemico, mentre la povera Vaniglia in pena per la gemella si affaccenderà per trovare una soluzione al mistero che le circonda.

 

 

 

 

 

Joe carrot sei nei guai conigliastro

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Era un sabato mattina di giugno e faceva caldo,il sole splendeva in tutte le spiagge dell Isola della Grande Carota,nell’Arcipelago dei conigli.Io sono Joe Carrot un investigatore privato,la mia agenzia e’ la piu’ famosa dell’sola,in quanto e’ anche l’unica.Preoccupato perche’ da una settimana non si vedeva cliente all’orizzonte,mia mamma mi guardava passeggiare avanti e indietro.Arrivo’ l’ora di pranzo e il telefono non squillava ancora.Decisi di fare quattro passi.Passai dal giornalaio (amico mio) e’ presi il giornale “Il corriere di Konigliapolis”.Il giornalaio mi racconto’ che due ladri misteriosi avevano rapinato la moglie del sindaco e che tutta la citta’ ne era corrente,ma la cosa sorprendente  era che Lerry Diamond aveva gia’ risolto il caso restituendo pure la refurtiva che consisteva in una preziosissima collana di perle.Lessi l’articolo e notai che i ladri pero’ erano scappati.M’incamminai verso casa e lessi anche che questo certo Larry offriva addirittura un’indagine gratis.C’erano molte cose che mi preoccupavano.Entrai a casa e Jane mi accolse con un sorriso,il pranzo era pronto e per un attimo mi dimenticai di tutto il resto.Ci sedemmo a tavola e insieme ai mie Figli si comincio’ a parlare della scuola.Dovete sapere che in occasione degli ultimi giorni di scuola la classe di mio figlio Kevin aveva organizzato una serie d’incontri con i genitori. Ognuno di noi avrebbe parlato del proprio lavoro.Dopo pranzo io e Artemisia tornammo in agenzia e durante il tragitto notammo confusione fuori la gioielleria di Tom,quest’ultimo disperato perche’ gli avevano derubato il negozio.Mi racconto’ di due operai che lavoravano ad un tombino fino ad un paio di minuti prima che lui chiudesse il negozio all’ora di pranzo,capi’subito che quelli non erano altro che falsi operai, ma quando chiesi a Tom di poterlo aiutare lui mi rispose che preferiva Larry Diamond in quanto offriva un’indagine gratis.Ci rimasi male ma volevo vedere come lavorava quest’investigatore.Tom  prese il telefono e lo contatto’.lui arrivo’ subito,quasi fosse dietro l’angolo.Ci presentammo,poi Larry si giro’ verso Tom e gli chiese quale fosse il problema,Tom racconto’ l’accaduto e Larry avvicinandosi al tombino gli chiese di descrivere ” i tipi sospetti”,l’investigatore concluse dicendo che sicuramente i ladri erano fuggiti proprio dal tombino.Larry butto’ una manciata di sabbia colorata vicino al tombino e come d’incanto apparvero delle impronti digitali,comincio’ a spargere la sabbia anche dentro il negozio e tutti notarono che le stesse impronte erano dappertutto.Con un balzo Diamond salto’ nel tombino,e io rimasi sbalordito.Me ne andai in agenzia e mentre stavo varcando la soglia squillo il telefono era Jane,mi chiamava dalla sua libreria,aveva una notizia da darmi.Mi chiese di accendere subito la radio e cosi’ feci,il giornalista parlava della rapina che aveva avuto luogo in gioielleria e dell’intervista  fatta a Larry Diamond che dichiarava la fuga dei ladri e che presto sarebbero stati acciuffati.Quando tornai a casa Jane stava ancora seguendo il telegiornale,pensavo che si trattasse della stessa intervista che anch’io avevo sentito,ma Jane distolse i miei pensieri dicendomi che lo Yacht degli attori Ken Ride  e Laura Sand sarebbe approdato proprio al porto di Konigliapolis e che per l’occasione la bellissima Laura avrebbe indossato il brillantissimo bracciale di diamanti utilizzato durante le riprese del film.Kevin appena udi’ dell’arrivo dei due attori corse subito a chiedermi se andavamo a vederli,cosi’ insistette anche Jane (presa dall’euforia)era strano ma anche bello vedere i nostri figli d’accordo su qualcosa.I nostri coniglietti andarono a nanna ,io non ero di buon umore o almeno ero preoccupato (per la prima volta)del mio lavoro.Jane capi’ subito che c’era qualcosa che non andava e che sicuramente la causa era Larry Diamond,lei cerco’ di tranquillizzarmi dicendomi che presto non si sarebbe piu’ parlato di lui in quanto la novita’ di un nuovo investigatore presto si sarebbe affievolita.Io mi preoccupavo del fatto che oltre ad essere piu’ veloce di me a risolvere i casi usava per giunta mezzi che io nemmeno conoscevo.Andai a letto con l’unico pensiero che mi consolava,Larry non prendeva ma i ladri.Il mattino seguente come promesso andammo al porto,c’erano conigli dappertutto,giornalisti,il sindaco con la moglie ecc.. Arrivo’ lo yacht e il sindaco si avvicino’ alla banchina per ricevere gli ospiti ,ma furono tutti colpiti dal volto di Laura che non sorrideva affatto,qualcuno aveva rubato il suo preziosissimo braccialetto.La moglie del sindaco le disse di non preoccuparsi perche’ conosceva un ottimo investigatore privato di nome Larry Diamond che sicuramente poteva aiutarla,chiamarono Larry che come al solito si precipito’ in un baleno,prese la sabbia magica e comincio’ a spargerla su tutto lo Yacht ,comincio’ le sue indagini e promise che entro la giornata la signora Laura avrebbe ricevuto indietro il suo bracciale.Io me ne andai da Peter (il mio migliore amico) a prendere un succo di carote.Anche lui si accorse che nella mia agenzia ormai non entrava piu’ nessuno.Mi chiese allora di avere piu’ fiducia in me stesso,magari cercando anch’io di risolvere il caso del braccialetto.Pensammo che Frank Foster un ex poliziotto,non che’ amico nostro,potesse aiutarci,in quanto era anche un bravo inventore.Andammo a trovarlo a casa sua,che come sempre,era colmo d’invenzioni,spiegammo tutto sul caso del braccialetto e ci disse che aveva qualcosa che faceva al caso nostro,era una telecamera anfibia cioe’ riusciva a registrare immagini e suoni con qualsiasi tipo di condizioni atmosferiche,poteva addirittura andare sott’acqua.Andammo a recuperare l’attrezzatura da sub,in meno di mezz’ora ci tuffammo in mare e la telecamera prese a girare.Nuotammo fino all’ingresso di un tunnel ma era troppo stretto per entrarci,riuscimmo pero’ ad intrufolare la telecamera che riprese in fondo alla grotta il motoscafo di Diamond,accostai la telecamera(con il telecomando guidato)vicino allo scafo e scorgemmo in un angolo della telecamera le ombre di tre tipi nascosti.Richiamai la telecamera convinto che da quelle immagini avremmo avuto una bella sorpresa.Usciti dall’acqua io e Peter decidemmo di andare a dare un’occhiata alla grotta(da piccoli ci andavamo spesso)andandoci questa volta via terra.Dopo cinque minuti eravamo all’ingresso della grotta,ma non c’era piu’ nessuno,notammo nella sabbia delle impronte di tre tipi,alcune strette altre larghe e marcate,c’erano anche delle tute da sub.Andammo subito a casa di Peter a vedere la registrazione e i tipi che vedemmo assomigliavano alla descrizione dei ladri della gioielleria.Ho subito pensato che forse Larry li aveva gia’ arrestati e per questo magari si trovavano li.Accendemmo la tv e il telegiornale stava dando la notizia che immaginavo :Larry avrebbe svelato i nomi dei ladri.In quel momento squillo il mio cellulare,era proprio Larry Diamond che mi chiese se avevo ascoltato la notizia,risposi di si,e lui mi disse che prima di svelare i nomi dei ladri voleva prima un consulto con me “tra colleghi”.Per quanto dubbioso accettai l’invito,mi chiese di andare nel suo studio,Peter voleva venire insieme a me ma gli dissi che Diamond voleva vedermi da solo.Gli spiegai il mio piano,mi sarei portato dietro la telecamera di Frank cosi’ che che mentre io parlavo con Diamond,Peter poteva registrare tutto a sua insaputa.Arrivai allo studio di Larry,mi fece entrare.Gli dissi che ero sorpreso che avesse gia’ trovato i ladri,nel frattempo lui prese il “BRACCIALETTO PREZIOSO” me lo mise al polso facendo scattare la chiusura.Mi fece male e gli urlai di spiegarmi perche’ l’avessi fatto.Larry mi tolse subito il bracciale e con aria strana mi chiese scusa dicendomi che non l’aveva fatto apposta.Notai pero’ che nella chiusura erano rimasti impigliati alcuni peluzzi della mia povera pelliccia,in quel momento si apri’ la porta d’ingresso e apparvero in ufficio Smitty e Blackie (due vecchie mie conoscenze).Smitty aveva visto Peter che cercava di spiare dalla finestra.Alla fine scoprimmo il terribile piano di Larry .Lui incomincio’ a dire che aveva prove su me e Peter,come le tute da sub che guarda caso ci stavano a pennello,i pelucchi sul braccialetto ecc…confesso’ che i suoi complici rubavano la refurtiva e poi lui la restituiva.Quando gli chiesi il perche’ di tutto cio’ mi disse che voleva che io chiudessi la mia agenzia andando in prigione,in modo che lui sarebbe rimasto l’unico investigatore sull’isola…Cio’ pero’ non accadde perche’ grazie alla telecamera fu tutto ripreso e Larry Diamond insieme alla sua banda di ladri furono arrestati.Tutto fini’  in men che non si dica …nella mia isola continuai ad essere io il solo ed unico investigatore privato.