Autore: beninatoantony

Rosso Malpelo

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Malpelo si chiamava così perchè aveva i capelli rossi, questi erano di codesto colore perchè Malpelo era malizioso e cattivo. Lui lavorava in una cava, un giorno mentre tutti facevano ricreazione mangiando la propria minestra, lui stava con il suo cestino tra le gambe rosicchiando il suo pezzo di pane. Nel frattempo gli altri lo prendevano in giro e gli tiravano sassi, poi il controllore lo rimandò a lavorare con una pedata.  La cava dove lavorava era chiamata “LA CAVA DI MALPELO”, suo padre era morto i quella cava, mentre stava finendo il pilastro di un arco tutto d’un tratto quello crollo e uccise il Misciu Bestia. per Malpelo fu un grande trauma la perdite di suo padre e anche il fatto di dover lavorare nella cava dove esso era morto. Dopo la morte del padre, sembrava che a Malpelo gli fosse entrato il diavolo in corpo. Un ragazzino arrivato a lavorare nella cava da poco subiva i maltrattamenti da parte di Malpelo senza motivo. Malpelo aveva ereditato pure gli attrezzi di suo padre ma lui nn poteva utilizzarli perchè erano troppo pesanti, quando gli chesero se voleva venderli lui rispose di no perchè gli era troppo affezzionato. Un giorno Malpelo picchiò quel ragazzo talmente forte che nn guariva più e buttava sangue, allora Malpelo utilizzò dei soldi della paga per comprargli della minestra, del vino e gli diede anche i suoi calzoni nuovi per coprirsi meglio, ma esso non sembrava guarire e dopo quache tempo morì. Un giorno Malpelo decise di avventurarsi in un condotto che si doveva collegare col pozzo grande a sinistra, non si seppe più nulla di lui.

I pupi siciliani

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L’opera dei pupi è un particolare teatro di marionette che si affermò nell’Italia meridionale tra l’ottocento e il novecento. I pupi sono manovrati dall’alto con una sottile asta metallica e altri fili per muovere le braccia e le gambe.I protagonisti dei pupi sono Carlo Magno e i suoi paladini.I pupi hanno delle corazze che cambiano a seconda della appartenenza, il puparo curava lo spettacolo e le sceneggiature.

LES MISERABLES ABC cafè/ red and black seconda parte

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Enjolras

E’ tempo per tutti noi

per decidere chi siamo…

Dobbiamo lottare per i diritto

di una notte all’opera adesso?

Hai chiesto di voi stessi

qual’è il prezzo che si potrebbe pagare?

E’ semplicemente un gioco

per i ragazzi ricchi di giocare?

Il colore del mondo

sta cambiando ogni giorno

giorno dopo giorno…

ROSSO- il sangue di uomini arrabbiati!

NERO- il buio dei secoli passati!

ROSSO- un mondo che sta per sorgere!

NERO- la notte che termina finalmente!

Marius

Se foste stati li stasera

si potrebbe sapere come ci si sente

essere penetrati fino all’osso

in un momento di piacere senza fiato!

se foste stati lì stasera

potreste anche aver conosciuto

come il mondo può essere cambiato

in un solo lampo di luce!

E’ ciò che era giusto

sembra sbagliato

e ciò che era sbagliato

sembra  giusto

Garantaire

Rosso…

Marius

sento la mia anima in fiamme!

Garantaire

Nero..

Marius

il mio mondo se lei non c’è

tutti

Rosso…

Marius

Il colore del desiderio!

tutti

Nero…

Marius

Il colore della disperazione!

Enjolras

Marius non sei più un bambino

non dubito che intendi bene

portiamolo nelle strade senza alcun dubbio nei nostri cuori

ma un grido di giubilo

arriveranno ( tutti e di ciascuno ) uno e tutti

arriveranno quando chiamano!

Es n° 2 di pag 33

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Mascalucia (Italia) 16 marzo 2015
Gentile professore,
volevo dirle che giorno 16 marzo 2015 ero contento perché arrivava mia zia che vive a Milano. Lei è la sorella di mia mamma ed è da un anno che non la vedo, e sono felice di riabbracciarla, purtroppo tra una settimana riparte e la lontananza mi fa stare male.
Giorno 17 marzo 2015 avrei dovuto avere una partita di calcio, c’era molta nebbia e avevo paura che avrebbe piovuto. Mentre stavo per andare al campo ha cominciato a piovere e a grandinare, per questo motivo non sono potuto andare alla partita. Ci sono rimasto molto male spero che la prossima settimana il tempo migliori.
Giorno 18 marzo 2015 ero triste perchè mentre pranzavo con la mia famiglia , abbiamo visto al telegiornale che c’era stato un attentato al museo del Bardo a Tunisi.Quello che è accaduto è davvero brutto, queste cose potrebbero accadere anche nel nostro paese.
Giorno 19 marzo 2015 non è successo niente di particolare, ero da solo a casa con tantissimi compiti e non mi andava di farli. Mia sorella era uscita con mia madre e mio padre era a lavorare.
Il 20 marzo 2015 a scuola sono venuti due professori che si erano offerti per accompagnarci, per questo noi eravamo molto contenti. Dopo un po’ sono tornati e dopo aver saputo quello che era stato deciso al consiglio di classe cioè che nn saremmo potuti partire, non sono stati più disponibili ad accompagnarci, e ci siamo rimasti molto male.
Giorno 21 marzo 2015 non ero molto contento perchè ero solo a casa senza fare niente,e avevo già finito i compiti. Mia sorella era andata ai portali per una festa di compleanno, mia madre era con lei, e mio padre era a lavorare come al solito. Sono andato a chiamare mio cugino per chiedergli se voleva giocare alla playstation con me.
Giorno 22 marzo 2015 con la mia famiglia e alcuni miei parenti siamo stati a pranzo fuori. Abbiamo mangiato benissimo, era tutto a base di pesce, mentre pranzavamo sono arrivati dei ragazzi che suonavano vecchie canzoni siciliane , usando strumenti tipici siciliani.Stare con i miei parenti è stato molto piacevole.
Cordiali saluti il suo allunno Antonio

Es n°1 di pag 33

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16 marzo
Caro diario oggi sono felice perché arriva mia zia che vive a Milano, lei è la sorella di mia mamma ed è da un anno che non la vedo, e non vedo l’ora di riabbracciarla, sono molto felice che venga, purtroppo tra una settimana riparte e la lontananza mi fa stare male.
17 marzo
Caro diario oggi avrei dovuto avere una partita di calcio, c’era molta nebbia e avevo paura che avrebbe piovuto. mentre stavo per andare al campo a cominciato a piovere e grandinare, per questo motivo non sono potuto andare alla partita. Ci sono rimasto molto male speriamo che la prossima settimana il tempo migliori.
18 marzo
Caro diario oggi sono triste perchè mentre pranzavo con la mia famiglia abbiamo visto al telegiornale che c’era stato un attentato al museo del Bardo a Tunisi.Quello che è accaduto è davvero brutto, queste cose potrebbero accadere anche nel nostro paese.
19 marzo
Caro diario oggi non è successo niente di particolare, sono da solo a casa con un mucchio di compiti e nn mi va di farli. Mia sorella è uscita con mia madre e mio padre è a lavorare

20 marzo
Caro diario la settimana scorsa il consiglio di classe aveva deciso che noi non saremmo andati in gita,oggi a scuola sono venuti due professori che si sono offerti per accompagnarci, per questo noi eravamo molto contenti. Dopo un po’ sono tornati e dopo aver saputo quello che era stato deciso al consiglio di classe non sono stati più disponibili ad accompagnarci, e ci siamo rimasti molto male.
21 marzo
Caro diario oggi non sono molto contento perchè sono solo a casa senza fare niente,e ho già finito i compiti. Mia sorella è andata ai portali per una festa di compleanno, mia madre è con lei, e mio padre è a lavorare come al solito. Adesso vado a chiamare mio cugino per chiedergli se vuole giocare alla playstation con me.
22 marzo
Caro diario oggi con la mia famigli e alcuni miei parenti siamo stati a pranzo fuori. Abbiamo mangiato benissimo, era tutto a base di pesce, mentre pranzavamo sono arrivati dei ragazzi che suonavano vecchie canzoni siciliane , usando strumenti tipici siciliani.Stare con i miei parenti è stato molto piacevole.

WWF

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Il WWF conta circa 5 milioni di iscritti in tutto il mondo. Ci sono circa 10.000 persone che ogni anno partecipano attivamente alle attività del WWF.La missione del WWF è quella di contrastare la devastazione dell’ambiente naturale del pianeta e di contribuire alla costruzione di un futuro in cui l’uomo vivrà in armonia con la natura. A questo scopo il WWF si batte per:

conservare la biodiversità del pianeta;
assicurare che l’uso di risorse naturali rinnovabili sia sostenibile;
promuovere misure per la riduzione dell’inquinamento e degli sprechi di risorse.C’ è chi può dedicare molto tempo aiutando attraverso l’ organizzazione di corsi di educazione ambientale , collaborando alla pubblicazione del notiziario della sezione, partecipando alle riunioni come rappresentante del wwf , raccogliendo fondi ecc…
Il modo più utile per contribuire è diventare socio.

articolo 10 della costituzione italiana

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Ecco il mio glogster sull’articolo 1o

Lo scrigno di brillanti

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IL PITTORE CHE SUSCITAVA I DEMONI (Capitolo 1)

Questo racconto parla di un giovane pittore di nome Buffalmacco , che era molto conosciuto per le sue burle.  Quando era un apprendista, lavorava con altri ragazzi in una bottega, per un artista di nome Tafo. in questa bottega Tafo abbozzava i quadri e poi li faceva completare agli allievi. Quando c’era molto lavoro da fare Tafo prima dell’alba suonava un campanaccio e svegliava tutti gli allievi facendoli lavorare. Allora un giorno Buffalmacco qli giocò un brutto scherzo. Si procurò trenta scarafaggi, trenta aghi e trenta candele. Quando calò la notte Buffalmacco prese uno scarafaggio poi infilò un ago sul suo dorso e sull’ago una candela accesa, dopo lo infilò sotto l’uscio della porta di Tafo, e così fece con gli altri scarafaggi,in questo modo non suonò il campanaccio e tutti dormirono tranquilli. Il mattino dopo Tafo chiamò Buffalmacco dicendogli che non voleva più vivere li perchè i demoni odiano Dio perciò odiano anche i pittori perchè disegnano madonne e santi. Allora grazie a Buffalmacco gli allievi non furono più svegliati da Tafo durante la notte.

IL PICCOLO PECORAIO DELLA SIEVE (Capitolo 2)

Cimabue stava cavalcando il suo cavallo lungo il sentiero di Poggio Pungitoio per andare a Vespignano, lungo il sentiero faceva molto caldo. durante il viaggio si fermarono accanto a un fiume sotto dei pioppi per riposarsi. Vicino a una fattoria videro un bambino che disegnava su un masso delle pecorelle, e si vedeva che aveva la stoffa del pittore. Cimabue che era un grande pittore rimase stupito dal lavoro del ragazzo. Cimabue gli chiese come si chiamava,  lui gli rispose che si chiamava Giotto. Cimabue gli disse se voleva venire nella sua bottega a Firenze, lui gli rispose di si. Quando Cimabue arrivò a Vespignano fece visita al padre di Giotto, e gli chiese se suo figlio poteva venire con lui a firenze. il Padre  di Giotto gli rispose che se suo figlio voleva, poteva andarci. Allora il giorno dopo Giotto fece le valigie,  montò sul cavallo e andò a firenze. Quando arrivo alla bottega in pochi giorni diventò l’ allievo più bravo di tutti, al padre di Giotto che era a Vespignano arrivavano belle notizie. Le pitture che faceva Giotto stupivano Cimabue, il nome di Giotto diventò famoso non solo a firenze ma anche in Toscana,  in Umbria e ad Assisi. Quando Cimabue morì Giotto divenne capo della bottega, Un giorno papa benedetto XI mandò un cortigiano da Giotto per chiedergli se poteva fare delle pitture per San Pietro. Quando il cortigiano arrivo a Firenze, Giotto, dipinse sulla tela un cerchio su sfondo rosso, quando lo consegnò al cortigiano egli gli disse: come! E’  questo il disegno che devo consegnare al papa! Giotto gli rispose che gli basterà e gli avanzerà. Quando il papa lo vide rimase stupito e chiamò subito Giotto e per tre anni a San pietro ci furono dipinti mirabili. Tutti i personaggi onoravano la sua amicizia e frequentavano la sua bottega. Giotto non si dimostrò solo un grande artista ma anche architetto infatti mise la prima pietra sul campanile fiorentino. Mentre il campanile sorgeva Giotto fu nominato cittadino onorario e il comune gli diede cento fiorini d’ oro a l’anno. Nel 1337 Giotto si ammalò e morì, prima di morire Giotto guardò molto indietro su quanta strada aveva fatto da quando disegnava sul masso a ora che tutta l’ Italia lo ammirava.

IL PORCO DI LORENTINO (capitolo 3)

Dei ragazzi chiedevano al padre quando avrebbero ammazzato il porco, ma lui rimandava sempre. Poi si stufò allora gli disse che per ammazzare il porco bisognava averlo, e per averlo si dovevano avere i soldi che loro non avevano. Allora i ragazzi dissero che doveva averli perchè era stato aiutante di Piero Della Francesca. Mentre discutevano entrò un signore che chiese del pittore Lorentino D’ Agnolo, perchè voleva un dipinto di San Martino. Ma  non aveva i soldi per pagarlo però essendo un contadino poteva dargli qualcosa in cambio come delle uova, conigli, pollame o un porchetto. Quando il pittore sentì che gli poteva dare un porchetto, accettò subito. Quando il contadino se ne andò il pittore disse ai figli e alla moglie che avrebbero avuto il porco.

LE PORTE DEL PARADISO (capitolo 4)

Lorenzo Ghiberti aveva ricevuto una lettera da suo padrino Bartolucci, che lo invitava a raffigurare su una porta in bronzo il sacrificio di Isacco, insieme ad altri grandi artisti. Allora lui preso dall’ entusiasmo diede un calcio alle tempere e pensò che non era fatto per dipingere ma per lavorare il bronzo. allora decise di partire per Firenze. Così iniziò la sua opera , con l’ aiuto del suo patrigno. Al termine dell’ anno stabilito i sette modelli vennero mostrati al pubblico, che era indeciso fra due modelli unoquello del Brunelleschi e l’ altro del Ghiberti. Ma a un certo punto il Brunelleschi decise di ritirarsi e fare vincere il giovane Ghiberti. Che impiegò più di vent’anni per finire quell’opera, fu talmente bravo che gli fecero fare anche l’ultima porta del bel San Giovanni. Ghiberti lavorò per altri 27 anni, scrisse anche un’opera i Commentari. Dopo Aver finito la Porta del Paradiso, all’età di 77 anni morì serenamente.

IL PITTORE DELLA PRIMAVERA (capitolo 5)

Nella bottega del pittore Andrea  del Verrocchio entrarono un gruppo di ragazzi per veder dipingere  il maestro, uno di questi si chiamava Sandro ed era molto timido. Di lui si accorse solo un giovane che stava scopando a terra di nome Leonardo,dopo si girò anche il pittore che notò Sandro e gli disse che lo stava aspettando. Leonardo e Sandro rimasero soli  e cominciarono a parlare della propria vita, allora Sandro capì che Lorenzo è una persona intelligente,  profonda e anche un artista. Col passare del tempo Leonardo diventò più bravo del Verrocchio che si scocciò e smise di fare il pittore, tutti i suoi alunni trovarono altre occupazioni ma più di tutti diventò celebre Leonardo da Vinci. Sandro Botticelli invece divenne l’ idolo dei de Medici che passarono dal medioevo all’antico facendo feste, danze e battute di caccia a cui partecipava anche il Botticelli anche se lui preferiva stare con il suo amico Leonardo. Fece un quadro per il tribunale della mercanzia dove era ritratto lui con la famiglia de Medici, i quadri del Botticelli erano belli ma malinconici e tristi per cui solo una persona sensibile poteva capirli. A Firenze andò a pregare un frate domenicano che era contro il lusso, le cose frivole e diceva ai fanciulli di andare per le case e fare un falò delle cose profane e chi non l’avesse fatto se ne sarebbe pentito. Col passare del tempo ci furono delle vittime, alcuni sono stati scacciati da Firenze. Allora il frate fu torturato e ucciso. Il Botticelli ne rimase così sconvolto che i suoi quadri erano completamente cambiati.

 IL GIGANTE CHE BISTICCIO’ COL PAPA ( capitolo 6)

Il Michelangelo,fu chiamato a Roma dal Papa Giulio II per fare un monumento che gli sarebbe servito per la sua sepoltura.Per fare questo monumento ci voleva tanto marmo  allora Michelangelo andò personalmente a Carrara per dirigere lo scavo dei massi, quando tornò a Roma si mise al lavoro. Per parecchi giorni cercò di parlare col Papa che però non voleva riceverlo, allora arrabbiato disse all’aiutante del Papa che sarebbe ritornato a Firenze senza finire il lavoro. il Papa, offeso, lo cercò per mesi ovunque senza risposta. Col passare dei mesi Michelangelo capì che aveva esagerato allora partì per incontrare il Papa, Michelangelo fu perdonato dal Papa però fini soltanto 4 delle 40 statue.

COME NACQUE UN COLOSSO DI MARMO (capitolo 7)

Michelangelo quando era piccolo veniva picchiato dal padre perchè voleva fare il pittore ma suo padre voleva che studiasse grammatica. Ma col tempo capì che di aver sbagliato allora lo mandò a studiare nella bottega di Ghirlandaio, quando arrivò fece subito vedere la sua bravura e da lì andò direttamente a scolpire la roccia. Insieme a lui  c’era un ragazzo di nome Pietro che era invidioso perchè riceveva più attenzioni di lui. Allora un giorno Michelangelo dopo aver subito molti dispetti passò alle mani avendo la peggio perchè si ruppe il naso.Perciò Pietro venne cacciato da Firenze.Michelangelo si trasferì a Roma e li fece la scultura della Pietà, dopo tanti anni tornò a Firenze e fece la scultura del Davide.

IL PITTORE DEI PAPI E DEI RE (capitolo 8)

Tiziano Vecellio lavorava per un pittore di nome Giorgione, però si accorse che Tiziano era più bravo di lui perciò lo caccio dalla bottega. Allora Tiziano vagava per le strade senza un posto dove andare e senza cibo e pensava alla sua mamma perchè una volta una zingara le aveva detto che sarebbe stato un ricco pittore. Un giorno lo incontrò un signore che andava nella bottega di Giorgione, che decide di portarlo con se a Firenze dove gli arreda uno studio, poi fa quadri per persone molto ricche e per l’imperatore Germanico, il re di Spagna e per il pontefice Paolo III.

IL PITTORE PAZZO ( capitolo 9)

Un giorno due ragazzi di nome Antonio e Vincenzo andarono dal Lista per farsi dare lezioni di pittura e di scultura. Allora il lista mandò Antonio da Domenico Morelli in una accademia di pittura, e Vincenzo rimase con lui. Dopo circa tre anni si sono incontrati di nuovo dicendosi che i loro maestri li avevano lasciati perchè non avevano più niente da imparare, allora Vincenzo gli disse che aveva trovato un posto sotto un convento abbandonato dove faceva delle sculture e gli chiese se volevano lavorare insieme e antonio accettò.  Antonio esce dal sotterraneo all’ età di vent’ anni e gira per tutta l’ Europa ammirato per i suoi quadri. Alcuni maestri lo consideravano il più grande pittore del mondo, ma lui non si curava degli onori e del denaro infatti lasciava che suo nipote incassasse qualche soldo vendendo i suoi quadri. quando Antonio dipingeva diventava un pazzo non mangiava non beveva e quasi non respirava, infatti dovettero spesso ricoverarlo in alcune case di cura. Poi tornò a Roma dov’era nato e morì all’età di 78 anni.

I MACCHIAIOLI ( capitolo 10)

Un certo Guglielmo andò a casa del pittore Telemaco per conoscere il bello e il buono di Firenze. Guglielmo e Telemaco erano andati all’accademia ma a Telemaco non piaceva fare dipinti architettati e schematizzati, per lui la vera arte era  quella di disegnare tutto ciò che lo circondava. Allora lo portò in giro per Venezia e gli raccontò la sua vita e tutti i quadri che aveva fatto, poi lo portò in un locale dove c’erano uomini poco rassicuranti ma Telemaco gli disse che li conosceva e che erano dei pittori. Il giorno dopo lo portò in campagna a dipingere e gli disse di scegliere la scena che più gli piaceva e di farla come a lui pareva più giusto.

LE CROCIATE

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Le crociate sono spedizioni militari e coloniali che i feudatari europei occidentali, appoggiati dal clero cattolico e con l’appoggio economico di alcuni ceti borghesi e militare di masse diseredate, condussero nei paesi del Mediterraneo orientale, nell’area degli slavi occidentali e dei popoli baltici. Le crociate, che erano propagandate dal clero come iniziative religiose, iniziarono alla fine del XI secolo e proseguirono sino alla fine del XIII secolo. sono la prima esperienza di colonialismo cristiano, da parte della chiesa cattolico-romana. Le crociate furono combattute nel territorio dell’Asia minore e nel mediterraneo orientale ma anche in Egitto e in Tunisia.

La prima crociata è stata bandita da urbano II, organizzata dai cristiani per liberare Gerusalemme

La seconda crociata fu la conseguenza della caduta di Edessa nel 1144

La terza crociata  venne bandita da papa Gegorio VIII. A cui parteciparono  il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone, il re di Francia Filippo II e l’Imperatore di Germania Federico I Barbarossa.

La quarta crociata fu eletta da papa Innocenzo III per l’elezione al soglio pontificio

La quinta crociata, Oliviero da Courson iniziò a predicare la crociata in Francia, ma con scarso successo; al contrario Oliviero da Paderborn

ILIADE Ettore e Andromaca parafrasi

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Lui, mentre guardava il bambino, sorrise in silenzio:

ma Andromaca si avvicinò al bambino piangendo,

gli prese la mano e disse queste parole:

Infelice, il tuo coraggio ti farà uccidere, tu non hai pena di tuo figlio così piccolo, e di me sventurata, che diventerò vedova,

presto gli Achei ti uccideranno, balzandoti addosso: meglio se io morissi, senza di te: non avrò solo dispiaceri se tu muori,

non ho padre ne madre, mio padre l’ ha ucciso Achille,

Ettore, tu per me sei padre, madre e fratello, tu sei il mio giovane sposo;

rimani a casa e non rendere tuo figli orfano, e me vedova;

allora Ettore disse:

anch’ io penso a tutto questo,

ma ho troppa vergogna dei troiani,

se resto come un vigliacco lontano dalla guerra.

E non lo vuole neanche il mio cuore, perchè ho imparato a combattere in mezzo ai Troiani,

dando gloria a me e a mio padre.

Io lo so che un giorno la sacra Troia verrà distrutta insieme al suo re ed ai suoi abitanti,

ma io non avrò dolore per i fratelli che moriranno per colpa dei nemici.

ma ho paura per te che qualche Acheo dall’ armatura di bronzo ti porti via togliendoti la libertà,

allora ti faranno tessere la tela e prendere l’ acqua dalle sorgenti,

sarà una vita difficile per te e chi ti vedrà piangere dirà:

ecco la sposa di Ettore che era il più grande dei combattenti Troiani,

sarà straziante per te stare senza l’ uomo che ti avrebbe potuto tenere lontano dalla schiavitù.

Spero di morire prima di sentire le tue urla di aiuto.

Così dicendo tese le braccia al bambino, ma si ritirò sul petto della madre,

impaurito dall’ aspetto del padre,

il padre e la madre sorrisero,

Ettore si tolse l’ elmo e lo posò per terra;

poi baciò suo figlio e se lo mise sulle braccia,

poi disse supplicando a Zeus:

fa che mio figlio cresca, come me, tra i Troiani,

forte e valoroso, e regni so Troia, e che un giorno diventi molto più forte del padre,

quando tornerà dalle battaglie, porterà i corpi sanguinanti dei nemici, e possa fare felice la madre.

Ella sorrise e strinse suo figlio al seno profumato,

sorridendo, Ettore guardò la sposa, le accarezzò il viso, e disse:

infelice non t’affliggere troppo

nessuno potrà uccidermi contro il destino;

mala personificazione del destino, ti dico, nessuno può evitarla,

che sia valoroso o vigliacco, da quando è nato.

Torna a casa e pensa alle tue opere,

e alle ancelle dice di badare al lavoro; gli uomini penseranno alla guerra, tutti quelli che nacquero a Troia