Autore: enricaboscarino

L’opera dei pupi siciliani

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L’opera dei pupi siciliani è un tipo di spettacolo dove i protagonisti sono delle marionette. E stata affermata nell’Italia meridionale verso il XIX, per l’esattezza a Napoli grazie a Giuseppina D’errico chiamata donna Peppa. Nel 2008 L’unesco ha iscritto l’opera dei pupi siciliani tra i patrimoni orali e materiali dell’umanità. E stato il primo patrimonio italiano ad essere stato inserito in tale lista.

 

In Sicilia ci sono due tradizioni dell’opera dei pupi. Quella catanese che si è diffusa nella città etnea e nella parte orientale dell’isola, e quella palermitana che si è diffusa nella parte occidentale dell’isola e nella capitale. Le due tradizioni si differiscono per peso e dimensioni di pupi, ma soprattutto si differisco per concezione teatrale.

 

Di solito si faceva che le marionette venivano animate dall’alto con un filo sottilissimo di metallo che era collegato alla testa della marionetta con un nodo. All’inizio non erano semplicemente pupi ma  marionette che grazie al genio di cui non si seppe mai il nome, le trasformò in pupi.

 

Pupi Siciliani: una soap opera d’altri tempi

Les miserables. ON MY OWN

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E ora sono di nuovo tutta sola

nessun luogo da visitare, nessuno da qui

andare.

Senza una casa, senza un amico

Senza un volto a cui dire ciao.

Ed ora la notte è vicina.

Ora posso far credere che sia qui.

 

A volte cammino da sola di notte

quando tutti gli altri dormono

penso a lui e poi sono felice.

Con la compagnia che ho

la città va a letto

e posso vivere dentro la mia testa.

 

Da sola

fingendo che lui sia al mio fianco

tutta sola cammino con lui fino al mattino.

Senza di lui

sento le sue braccia intorno a me

e quando smarrisco le vie, chiudo gli occhi

e lui mi ha trovato.

 

Sotto la pioggia il marciapiede brilla come

argento

tutte le luci sono nebbiose nel fiume.

Nel buio gli alberi sono pieni di luce delle

stelle

e tutto quello che vedo è lui e me per sempre.

 

E io so che è solo nella mia mente

che sto parlando con me stessa e non a lui

e anche se so che è cieco

eppure io dico, c’è una possibilità per noi .

Lo amo

ma quando la notte è finita

Lui è andato, il fiume è solo un fiume.

Senza di lui il mondo intorno a me cambia

Gli  alberi sono spogli e ovunque

le strade sono piene di stranieri

 

Lo amo

ma ogni giorno sto imparando che

In tutta la mia vita ho solo finita.

senza di me il suo mondo continuerà a girare

un mondo che e pieno di felicità

che non ho mai conosciuto!

 

Lo amo

Lo amo

Lo amo

ma unicamente da sola.

 

 

 

 

 

 

 

 

San Francesco

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San Francesco naque il 26 ottobre del 1182. Il 4 ottobre viene celebrata la memoria  liturgica in suo onore.Il 18 giugno del 1939 insieme a Santa Caterina, venne proclamato Patrono di Italia.Paolo II nel 1986 e nel 2002 oggi San Francesco e uno dei santi piu popolari e venerati del mondo.Oltre all’opera spirituale San Fancesco, grazie al cantico delle creature, è riconosciuto come l’inanziatore della tradizione italiana.

Le crociate

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Le crociate furono delle guerre combattute tra l’XI e il XIII secolo fra eserciti dell’Asia Minore e del Mediterraneo Orientale .Le crociate vennero definite “Guerre di religione” perché furono  spesso benedette dal Papa  ma ebbero anche motivi politici.Le crociate in tutto furono otto e la prima crociata fu quella che ottenne maggiori successi e portò alla nascita di stati crociati Occidentali che sopravvissero fino al 1303.Poi alla fine della prima crociata ne seguirono altre.Dopo la prima, la più importante fu la quarta crociata che portò la conquista di Costantinopoli a dispetto della comunanza religiosa.Poi l’impero bizantino si indebolì a causa di quello latino perché avviarono un inarrestabile declino da parte di ottomana nel 1453.

ENRICO DE NICOLA

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Enrico De Nicola nacque a napoli il nove novembre del 1947. Fu il primo presidente della Repubblica Italiana e avvocato.Fu eletto Capo dello Stato il 28 giugno del 1946 e regnò dal primo giugno al 31 dicembre del 1977.Enrico De Nicola ebbe anche altri incarichi ed in particolare:Presidente della Camera dei Deputati, Presidente della Corte Costituzionale e Presidente dello Stato.Poi ebbe un compito dai Mussolini, quello di formare un governo migliore, e dopo questo incarico si ritrovò a fare parte dei presidenti popolari.Nel 1983 dopo la caduta del regime fu chiamato a mediare tra gli Alleati e la corona.

 

De Nicola ritratto.jpg

Iliade – poema

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Canta, o dea, l’ira di Achille figlio di Peleo,

rovinosa, che mali infiniti provocò agli Achei,

e molte anime forti di eroi sprofondò nell’Ade

e i loro corpi fece preda  dei cani

e tutti gli uccelli; si compiva il volere di Zeus,

dal primo istante in cui una lite divise

l’Atride, signore di popoli, ed Achille divino.

 

 

 

Canta o dea l’ira di Achille figlio di Peleo

 

che molti dolori provocò ai Greci

e molte anime ferì profondamente nell’ade

e i loro corpi li fece mangiare ai cani

e tutti gli uccelli compivano il volere di Zeus

e da subito ci fu una lite che divise

l’Atride, che era il signore dei popoli, ed Achille divino.

Compito in classe: descrizioni

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DESCRIZIONE DI UNA PERSONA

Mio fratello si chiama R, ha gli occhi azzurri, i capelli biondi, è magro ed è nato l’undici Gennaio del 2006. E’ alto un metro e quaranta, pesa trentacinque chili ed  é molto vivace e movimentato. Lo sport che pratica è il tennis (come me), ma vorrebbe fare calcio. Il suo programma preferito della televisione è il calcio e le sue squadre preferite sono: Catania, Inter e Italia. E’ un bambino molto sveglio, giocherellone, impaziente, simpatico, ma purtroppo è anche molto testardo. I suoi pasti preferiti sono le lasagne, i tortellini con panna e prosciutto e le cotolette fritte con patatine. Frequenta la terza elementare ed è molto bravo a scuola.

DESCRIZIONE DI UN LUOGO

Il luogo che descriverò, è la mia stanza. E’ alta quattro metri e larga tre metri. Nella mia stanza c’è una scrivania di colore bianco, un armadio di colore viola e bianco a strisce, una libreria bianca fatta in legno, un letto, una poltrona di tinta bianca, una sedia per la scrivania di tinta viola,  una finestra scorrevole che dà sulla terrazza, cinque mensole. Tre di queste mensole sono di colore viola e due di colore bianco.Sopra queste mensole tengo degli oggetti : la radio, una lampadina, delle cuffie per ascoltare la musica ecc. Nella mia stanza ci sono anche due comodini sempre dello stesso colore, bianco e viola con una lampada di colore viola.

DESCRIZIONE DI UN OGGETTO

L’oggetto che voglio descrivere è il mio computer. E’  della Apple, al suo interno contiene una trentina di applicazioni, il suo colore è grigio, la sua tastiera è nera con le luci di sotto che si accendono la sera ed è molto utile per ogni tipo di attività. Io per esempio lo uso per studiare e per navigare su internet. E’ un tredici pollici, quindi molto grande e pesa poco più di un tablet. Al suo interno contiene anche molti sfondi e io ho impostato quello di un cagnolino.

FAIRY OAK IL SEGRETO DELLE GEMELLE

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PRIMO CAPITOLO

Era una giornata piovosa quando arrivai al villaggio. Le mie ali erano stanche ma ero talmente emozionata che non volevo fermarmi.Quando giunsi a casa delle gemelle suonò il campanello e le apri una vecchina. Aveva i capelli bianchi, le mani affusolate e il portamento da regina.Per un po non disse niente.Poi ad un tratto mi disse che era molto felice di vedermi e ioche ero una piccola fatina di nome feli le dissi che per me i era un grande onore lavorare per quella famiglia, ma soprattutto era felice perché in quella famiglia c’era una strega di nome Lalla Tomelilla. Era una persona molto discreta che pur essendo la strega più brava del villaggio non si vantava mai.

SECONDO CAPITOLO

Alla piccola fatina piaceva veramente tanto stare in quel villaggio perché aveva: case molto grandi con giardini fioriti, gli abitanti erano sempre molto gentili e c’erano tantissimi bambini.Ma la cosa che rendeva il villaggio davvero speciale è che nelle grandi case del villaggio vivevano streghe e maghi che venivano considerati come normali cittadini. Era un posto da sogno anche perché al centro del villaggio c’era una grande quercia che parlava. La quercia era molto triste perché se ne stava tutta sola e quando la fatina incominciò a farci amicizia la quercia non fu più triste.

TERZO CAPITOLO

La fatina lavorava per la famiglia perwinkle. Questa famiglia era formata dalla signora Dalia che era la mamma, il signor Cicero che era il papà e infine due bellissime bambine gemelle che si chiamavano una Vaniglia e una Percincia. Anche Lalla Tomelilla faceva parte della famigliaed era la zia delle gemelline.La fatina viveva in un piccolo barattolo con un letto, un armadio, e un tappeto.Il letto era fatto con una ferra di pane con la marmellata di arancia, l’armadio con una scatola di fiammiferi e il tappeto era fatto con un pezzo di stoffa.

QUARTO CAPITOLO

Tutte le sere verso le otto tutte le fate e tate del villaggio raccontavano ai loro bambini una favola o una storia che veniva chiamato L’ORA DEL RACCONTO.Ad un certo punto arrivò Lalla che mentre io leggevo la storia lei accarezzava il viso delle gemelle. Ad un certo punto vidi Lalla un po preoccupata e le chiesi il motivo. Era preoccupata perché secondo il libro magico le due bambine alla loro eta dovrebbero aver dato qualche segno di magia e invece no.Allora visto la preoccupazione di Lalla  la fatina andò a chiamare il medico.

QUINTO CAPITOLO

Il medico del villaggio arrivò immediatamente. Ad un certo punto Lalla disse al medico che l’aveva chiamato perché non riusciva a capire se le bambine, ormai cresciute, erano veramente streghe oppure no.Il medico allora disse che le bambine non erano veramente sorelle gemelle perché lui aveva preveduto che le bambine sarebbero nate il 30 ottobre.Ma non fu esattamente cosi perché pervinca nacque il 30 ottobre, ma vaniglia nacque il 31 ottobre.E da queste parole che disse il medico capimmo subito perché le bambine non erano delle streghe e non davano segni.

SESTO CAPITOLO

Lalla era molto preoccupata dopo che il medico le disse quelle parole.Io non sapevo più cosa raccontarle per rassicurarla.Il tempo passava, le bambine crescevano ma di magia non se ne vedeva neanche l’ombra e si comportavano come bambine non magiche.Poi ad un tratto mentre rassicuravo Lalla mi venne in mente che vaniglia non era proprio una vera e propria non magica, perché volava. E solo le streghe volano. Me ne sono accorta perché la mattina volava sulle ciabatte, per il corridoio e per le scale.Sino ad ora non l’avevo detto perché per me volare e una cosa normale.E lo dissi a Lalla.

SETTIMO CAPITOLO

Lalla per un po non disse niente. Poi mi guardo e mi disse con lo sguardo sconvolto: Ma perché vaniglia vola? Si risposi con tono felice e dissi come dimenticare il primo volo di vaniglia. Stava tornando a casa da scuola  e camminava quando ad un certo punto si sollevo in aria. Lalla mi disse da quanto tempo vaniglia volava e le risposi che volava già da quando era piccolina. Allora mi disse se era vero e io le risposi che era vero e che da qualche anno ha volato tutti i giorni.

OTTAVO CAPITOLO

Quella mattina la sveglia suonò. Come ogni mattina le bambine si alzarono in ritardo e arrivarono tardi a scuola.Vaniglia andò dritta a scuola mentre pervinca si fermò a parlare con la quercia fatata e arrivò alla seconda ora.La professoressa di matematica si innervosì perché è arrivata in ritardo. Allora! disse con un tono alto. Pervinca vieni alla lavagna che ti interrogo.Pervinca andò alla lavagna e incomincio a scrivere le cose che la professoressa le diceva. All’inizio era molto preoccupata ma poi vedendo che le operazioni erano facili si rasserenò e prese anche un bel voto.

NONO CAPITOLO

La mattina dopo le bambine si alzarono per andare a fare gli auguri a Lalla perché era il suo compleanno. Le bambine le volevano fare una bella festa ma lei non voleva.Allora le bambine le chiesero come mai non voleva fare festa e lei rispose che non ne voleva fare perché sarebbe venuta la figlia dei Pimperlen la famiglia più ricca della città.Le bambine cercarono di convincerla e ci riuscirono.Incominciarono a scrivere gli inviti per la sua festa e a distribuirli a scuola, ma prima che uscirono di casa Lalla disse loro che non dovevano invitare tutto il villaggio. Le bambine durante la pausa diedero gli inviti a tutta la scuola e non dissero niente a Lalla. Il pomeriggio arrivarono tutti gli amici  e tutti i ragazzi della scuola ma alla fine, anche se Lalla non voleva tante persone si e divertita lo stesso.

DECIMO CAPITOLO

Mentre andavo in camera mi fermai ad ascoltare le bambine che parlavano.Erano tutt’e due nel letto di Pervinca che si stringevano la mano. Cosa sarà successo? Era arrivata l’ora. Pervinca aveva scoperto di non essere una strega e quindi di fare parte dei non magici, ma cosa peggiore scoprì che sua sorella invece lo era e quindi ci rimarrò malissimo.Ma Vaniglia con la sua dolcezza le fece tornare il sorriso. E da quel momento capì che in quella casa non c’era più bisogno di me.

UNDICESIMO CAPITOLO

Era una giornata piovosa quando me ne andai da Fairy Oak.Erano tutti molto tristi della mia partenza, ma più di loro io.In quella casa ho vissuto gli anni migliori della mia vita e penso che anche la mia presenza in quella casa ha fatto piacere alla famiglia.Per non rendere le bambine, ormai cresciute, ancora più tristi di quanto non fossero già, ho deciso per il bene di tutti di andarmene sensa dire niente a nessuno. Lasciaì  una lettera sui loro letti dove c’era scritto che mi mancheranno tanto e di non essere tristi perché un giorno non so quando ci rincontreremo.

La mia compagnia

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Il gruppo  che frequento è la mia classe. Siamo una classe molto movimentata e numerosa. Sono passati quattro mesi da quando è iniziata la scuola ma nonostante tutto abbiamo ancora delle divergenze.Mi trovo molto bene con i miei compagni perché sono gentili,  affettuosi e mi diverto molto con loro. Ho fatto subito amicizia con tutti, non solo con le ragazze ma anche con i ragazzi. Insomma io adoro questa nuova compagnia !!!

INTERVISTA

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Fino a che età andavi a scuola?  Mia nonna ha frequentato scuola fino al diploma.

C’erano persone che andavano a scuola e lavoravano?  Non lavoravano,andavano solo a scuola.

Come erano gli esami di quinta ?  Erano facili.

Cosa si faceva durante l’intervallo?   Sì mangiava e si giocava.

Che materie studiavi?  Le materie più importanti come l’italiano,matematica…

Quanto durava ogni giorno la scuola?  Le lezioni duravano quattro ore.

Che abbigliamento indossavi quando andavi a scuola? A scuola media portava la divisa.

Nella tua classe eravate tutti maschi o misti?  A scuola media erano tutte femmine.

Quando qualcuno veniva punito che punizione aveva?  Non faceva ricreazione.

A che età si iniziava la scuola?  A sei anni la scuola primaria,a undici la scuola media.

Cosa succedeva in caso di terremoto?  Sì usciva subito fuori.

Perché ha 13 anni non si andava a scuola?  Perché andavano a lavorare.

Quanti libri si portavano a scuola?  Sì portavano pochi libri.

Quanto duravano le vacanze ?  Più di due mesi.

Le vacanze esistevano?  Sì le vacanze esistevano.

Che tipi erano i professori?  Bravi e buoni.

Come si andava a scuola ? Dipendeva dalla distanza della scuola.

Le gite si facevano?  Sì, le gite si facevano.

Le femmine andavano a scuola?, le femmine andavano a scuola come i ragazzi.

Nella tua scuola c’era la palestra? A quei tempi non esisteva la palestra e l’aula informatica.

Esisteva la pagella ?  Sì, la pagella esisteva.

A scuola usavate il telefonino?  No perché a quei tempi il telefonino non esisteva.

Come ti trovavi con i professori ? Sì aveva un buon rapporto.

Hai mai assistito a punizioni? Sì, poche volte

Sei mai stato punito?  No,perché il suo comportamento è stato sempre buono.

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