Autore: fboscarino7

L’ OPERA DEI PUPI

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Le prime e poche testimonianze sull’ opera dei pupi sono state scritte da Giuseppe Pitrè, fondatore della demologia, la scienza che studia le manifestazioni, le tradizioni e la cultura del popolo. Nel 1700 i pupi in paggio, cioè non armati, incominciarono a rappresentare alcune storie siciliane. In seguito due pupari Don Gaetano Greco e Don Liberto Canino decisero di vestire i pupi in paggio con delle armature costruendo guerrieri. Esistono tre diverse tradizioni, quella catanese, quella palermitana e quella napoletana. Per la costruzione dei corpi e delle teste viene usato il legno. L’ossatura viene suddivisa in due piedi, due gambe, due cosce, un busto, mano e pugno oppure doppie mani. Queste parti vengono montate tra loro con dei fili di ferro. Su ogni armatura vengono fissate le insegne che per tradizione identificano i personaggi, poi vengono incollate delle corde al pupo per farlo muovere e infine vengono vestiti e armati.

LES MISERABLES “STARS”

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Javert

Là fuori nel buio un latitante che fugge che ha peccato che è caduto in disgrazia Dio mi sia testimone io non caderò mai finché ci troviamo faccia a faccia finché ci troviamo faccia a faccia  egli conosce la sua strada nel buio ma la mia è la via del Signore e coloro che seguono il sentiero dei giusti avranno la loro ricompensa e se cadono come Lucifero cadde la fiamma la spada! Stelle nelle vostre multitudini scarse per essere contate che riempite il buio con ordine e luce voi siete le sentinelle silenziose e sicure vegliando nella notte vegliando nella notte voi conoscete il vostro posto nel cielo tenete il vostro corso e il vostro scopo e ciascuno nella vostra stagione ritorna e ritorna ed è sempre lo stesso e se cadete come Lucifero cadde si cade nelle fiamme! E così è stato e così è scritto sulla porta per il paradiso che quelli che vacillano e quelli che cadono devono pagare il prezzo! Signore fammelo trovare che io possa vederlo salvo dietro le sbarre non potrò mai riposare fino ad allora, questo lo giuro questo lo giuro per le stelle! Gavroche che ispettore pensa di essere qualcosa ma sono io che gestisco questa città! E il mio teatro non chiude mai e il sipario non è mai giù fidatevi di Gavroche ,non abbiate paura non preoccuparti, cara zia, potete sempre trovarmi qui!

CARO PROFESSORE…(ESERCIZIO PAGINA 33 NUMERO 2)

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Caro professore,

quanto mi manca! Sono ormai sei mesi che sono partita e mi paiono sei anni! Ho pensato così di scrivergli: in questo modo mi posso illudere che lei sia vicino a me. Sa come sono andate le cose: mio padre ha ricevuto un’offerta di lavoro “allettante”, come dice lui; poi lui e mamma hanno deciso senza chiedere niente a me e nel giro di un mese siamo partiti: ma le pare giusto? Forse non faccio anch’io parte della famiglia? Così ho dovuto lasciare tutto e tutti: la scuola, gli amici, i compagni, la mia cameretta, perfino Ron, il mio barboncino bianco… Povero Ron , chissà adesso dov’è, avrà senz’altro pensato che io l’ho voluto abbandonare e che sono una ragazzina cattiva! Le volevo confessare una cosa, che non ho fatto in tempo a dirgli prima: soffro terribilmente anche perchè ho dovuto lasciare…bè, si, glielo dico: Samuele, quello di II C, si ricorda? A me piaceva da morire, gli sbavavo letteralmente dietro; dopo tanto, lui si è accorto finalmente di me e mi ha anche offerto una cioccolata! E adesso, addio anche a Samuele! Non è che qui non sia bello; questa cittadina si chiama Bergen e si trova a sud-ovest della Norvegia. Ci sono case coloratissime e le vie sono spesso piene di ragazzi; anche il porto è molto carino e al mercato vendono di tutto. Ma il cielo è spesso grigio e triste. Mio papà, poi, non c’è quasi mai: si è imbarcato sull’Hurtigruten, che è una specie di nave da crociera, che porta i turisti a visitare i fiordi e si spinge fino a Capo Nord. Lui fa l’interprete, mi ha detto, e si trova bene, anche se è costretto a stare spesso lontano da noi. Mia mamma, invece, prepara panini ai gamberetti e spiedini di pesce in un locale che si affaccia sul porto. In quanto a me, vado in una scuola dove c’è una classe in lingua italiana, a pochi chilometri da qui. L’unico aspetto positivo è che sto imparando velocemente l’inglese (qui tutti, ma proprio tutti lo conoscono bene!). Adesso la lascio, ma per favore, mi pensi ogni tanto! Io cercherò di non morire di nostalgia. Un grande abbraccio, mi saluti tutti i compagni di classe! Arrivederci, mi rispondaaaaaa!!!!!!!! P.S. Potrebbe portare un saluto particolare a Samuele? Gli dica che non lo dimenticherò mai!

ESERCIZIO PAGINA 33 NUMERO 1

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LUNEDI’ 16 MARZO 2015.

Oggi è stata una giornata noiosa perchè il lunedì è il giorno più brutto della settimana. Ricomincia di nuovo l’ impegno scolastico e tutte le altre cose come la lezione di flauto, la piscina ecc… La domenica a volte vorrei che non finisse mai, e mi sembra troppo breve…

MARTEDI’ 17 MARZO 2015.

Dopo una lunga giornata si passa al martedì. Anche questa giornata a scuola è stata impegnativa nonostante i momenti di divertimento nella classe con tutti i miei compagni. Come quasi tutti i giorni, nel pomeriggio sono andata in piscina per gli allenamenti di pallanuoto.

MERCOLEDI’ 18 MARZO 2015.

Oggi a scuola abbiamo fatto il kahoot di cittadinanza sui 12 presidenti della repubblica. Il mercoledì alla prima ora c’è ginnastica ed è il momento più bello della giornata perchè non si fa lezione ma si corre, si gioca a palla e si eseguono vari esercizi.

GIOVEDI 19 MARZO 2015.

Oggi è stato un giorno difficile perchè alla seconda ora abbiamo avuto il compito di Francese. Quando è suonata la campana della prima ricreazione tutti abbiamo consegnato il compito e siamo usciti dalla classe a divertirci.

VENERDI 20 MARZO 2015.

Dopo una lunga settimana si è arrivati  finalmente al venerdì , il giorno più bello. Alla fine dell’ ultima ora io con alcuni miei compagni  siamo rimasti a scuola per provare i brani dell’orchestra che si esibirà a fine anno. E’ un momento bellissimo  perchè suonare a me piace molto.

SABATO 21 MARZO 2015.

Oggi sono andata all’allenamento di pallanuoto e dopo aver finito sono andata a pranzo da una mia compagna per festeggiare il suo compleanno.

DOMENICA 22 MARZO 2015

Oggi, nella mattinata ho fatto i compiti per poi andare a Messa, mentre nel pomeriggio con i miei genitori sono andata a Catania per partecipare ad una partita di pallanuoto con la mia squadra.

ARTICOLO 8

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Questo è il mio articolo numero 8

 

IL GIARDINO SEGRETO.

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CAPITOLO 1.

Mary Lennox era una bambina un pò viziata e antipatica. Lei era magra e di carnagione  colore giallino. Suo padre abitava in India per motivi di lavoro mentre sua madre pensava solo a divertirsi. Chi aveva accudito Mary sin dalla nascita non era stata sua madre ma la sua dsomestica. Un bel giorno Mary era in giardino a giocare, quando sentì sua maparlare con un ufficiale che gli diceva che forse sarebbe stato meglio se fosse partiva due settimane prima. Il giorno dopo Mary quando si svegliò non trovò la sua domestica ma un’ altra persona, allora Mary  seccata  incominciò a chiedere il perchè. Le  risposero che la domestica stava male. In quel giorno scoppiò un’ epidemia di colera, che faceva morire molte persone, comprese le perszone più vicine a Mary. Quando morirono tutti si ritrovò sola, si rinchiuse nella sua stanza e si addormentò. Risvegliata incontrò due uomini che gli spiegarono che sia sua madre che suo padre erano morti.

CAPITOLO 2.

Mary dopo un pò di tempo fu trasferita in una campagna a casa   di una famiglia povera e con cinque figli. Mary non fece amicizia con loro, anzi iniziarono ad insultarsi. Lei  allora sentì che sarebbe andata a vivere da suo zio Craven. Creven ordinò ad una domestica di nome Medlock di andare a prendere Mary alla stazione. Mentre erano in treno la domestica gli raccontò un pò la storia di sua zia. La dolcissima zia si era sposata con il signor Craven, ma dopò un pò morì ed  da allora lui diventò ancora più strano. Poi gli descrisse la casa in cui sarebbe andata a vivere. La casa aveva tantissime stanze tra vcui alcune chiuse a chiave dove nessuno poteva entrare. Lungo il tragitto Mary si addormentò.

CAPITOLO 3.

Al risveglio di Mary lei e la domestica scesero dal treno e salirono in una carozza. Dopo un lungo viaggio arrivarono in un villaggio illuminato e bello. Superato il villaggio si trovarono in una strada al buio. Dopo un pò di strada Mary e la domestica scesero dalla carrozza e si incamminarono finchè arrivarono alla casa ed entrarono. Pitcher, il magiordomo dello zio di Mary, la accompagnò nella sua stanza e salutò Medlock. Mary essendo sola, senza una famiglia si sentì molto triste.

CAPITOLO 4.

Il mattino seguente Mary si svegliò e vide una cameriera inginocchiata a pulire il camino. Mary la fissò per un pò e poi guardò fuori dalla finestra e vide la brughiera e non rimase contenta. Mary credeva che Martha la domestica, fosse la sua schiava e incominciava a dargli ordini, ma lei rimase stupita e non rispose. Al momento di vestirsi Mary aspetta che Martha la vestisse. Mary poi scese nel giardino e incontrò Ben Weatherstaff il giardiniere con il suo pettirosso. Il pettirosso poi scappò nell’ altro giardino che non aveva  porta. . Mary  allora incuriosita chiese a Ben come si entrava ma lui non volle risponderle   e andò via.

CAPITOLO 5.

Mary dopo alcuni giorni si stancò di usare gli stessi giochi, e allaora decise di andare in giardino a saltellare e a  rincorrere il pettirosso. Ad un certo punto Mary arrivò davanti la porta verde ed entrò. Mary rimase sorpresa e si chiese perchè lo zio non voleva più entrare nel giardino. Mary poi andò a casa e chiese il perchè a Martha e lei le raccontò che un giorno lo zio Craven con sua moglie si trovavano nel giardino.Lei stava  seduta su un ramo MA  poco dopo  cadde e fecendosi molto male  morì. Da quel momento lo zio non volle più entrare in quel giardino.

CAPITOLO 6.

Un giorno di pioggia Mary non sapeva che cosa fare e allora andò a esplorare la casa. Si trovò in un piano dove c’ erano quadri di bambini vestiti in modo strano, e infine vide una porta aperta ed entò. Mary quando si stancò cercò di tornare nel piano dove si trovava la sua stanza. Arrivata al piano sentì il pianto di un bambino,  ma subito  Martha la vide, la prese e la condusse  nella sua stanza.

CAPITOLO 7.

Quando Martha se ne andò a casa per il giono libero, Mary scese in giardino a parlare con Ben, il giardiniere. Quando Ben finì il suo lavoro, Mary andò a giocare con il pettirosso. Dopo un po il pettirosso si fermò a guardare una piccola buca dove si trovava qualcosa. Mary andò a controllare e trovò una chiave un pò arruginita, pensando subito, sorpresa, che potesse essere  la chiave del giardino segreto.

CAPITOLO 8.

Mary osservò per tanti minuti quella chiave e cercò di trovare la porta del giardino segreto, ma non trovò nulla. Tornata nelle sua camera incontrò Martha e gli raccontò che alla sua famiglia aveva parlato di Mary, e che tutti ascoltavano con occhi ben aperti. Poi di pomeriggio passò un signore che vendeva oggetti, e la madre di Martha comprò per due pence una corda a strisce rosse e blu a Mary. Martha dopo averle raccontato la sua giornata le diede la corda, e Mary ringraziandola scese in giardino a giocarci. Vide il pettirosso che la seguì  saltellando da tutte le parti. Mary poi si stanco e incominciò a dire al pettirosso, giusto che gli aveva fatto trovare la chiave, se sapeva dove si trovava la porta del giardino segreto. Dopo un pò di tempo un forte vento spostò l’ edera che separava il giardino segreto con quello della casa in cui viveva Mary, facendo spuntare fuori la porta del giardino segreto, che Mary aprì subito.

CAPITOLO 9.

Finalmente Mary entrò in quel giardino segreto accompagnata dal pettirosso. Camminando tra l’ erba ,  Mary si accorse che  forse sarebbe stato il caso di  piantare qualche piantina nuova.Allora prese un bastone piccolo e sottile e incominciò a scavare piccole buche per mettergli dei  semi  Arrivata a casa Mary parlò con Martha e gli chiese se aveva una zappa e dei semi da piantare, Martha rimase sorpresa ma la accontentò. Mary e Martha scrissero una lettera al fratello Dickon, quello di cui Martha aveva parlato di più. Nella lettera si trovava scritto di andar a comperare una zappa e dei semi e di portarla a casa di Mary. Dopo aver inviato la lettera Mary si addormentò in un sonno profondo.

CAPITOLO 10.

Mary scese in giardino e sentì un suono proveniente dal portone. Mary aprì il portone e vide Dickon che suonava un flauto di legno e attirava gli animali. Dickon parlò con lei e poi gli mostrò quello che aveva portato. Dopo aver parlato Dickon gli chiese dove si trovava il giardino così poteva aiutarla. Mary restò un pò in silenzio ma poi gli raccontò del giardino segreto e lui ascoltò. Mary lo pregò di non dire nulla a nessuno. Dopo aver parlato Mary lo portò dentro il giardino e lui rimase incantato.

CAPITOLO 11.

Dickon restò un pò a guardare e poi le spiegò un pò la natura di quel giardino  mentre lei ascoltava con attenzione. Chiaccherarono per molto tempo di tutto e facendo giurare a Dickon che non avrebbe detto nulla. Dopo un pò Mary andò a pranzare lasciando Dickon lì a rilassarsi.

CAPITOLO 12.

Dopo il pranzo Martha disse a Mary che quel giorno lo zio Craven voleva vederla  per parlare un po  con lei. Mary si vestì  in modo molto elegante e andò da lui. La accolse e iniziarono a parlare  di tante cose e in fine Mary gli chiese un pezzo di terra. Ci  pensò  un po ma poi disse di sì e Mary scelse quello che voleva, lo ringraziò e se ne andò via.

CAPITOLO 13.

Durante una notte tempestosa Mary non riusciva a dormire e ascoltava la pioggia, quando ad un certo puntosentì per la terza volta il pianto di un bambino. Mary con una candela in mano  scese al piano di sotto e andò in cerca di quel suono. Trovò la stanza  ed entrò. Incontrò un bambino seduto in una sedia a rotelle che chiese a Mary chi era e come si chiamava. Mary disse che era la nipote del signor Craven e in seguito il suo nome, e continuando chiese la stessa cosa al bambino. Lui si presentò, era il figlio del signor Craven e il suo nome era Colin. Si misero a parlare di loro e del giardino segreto che Colin non conosceva. Mary gli chiese perchè lui non voleva mai uscire, e Colin disperato gli raccontò che lui si vergognava a farsi vedere in quelle condizioni. Dopo un pò di tempo Colin si addormentò e Mary tornò nella sua stanza.

CAPITOLO 14.

Mary l’ indomani decise di raccontare tutto a Martha, ma Martha non restò contenta anzi aveva paura che lei sarebbe stata licenziata. Poi Mary a Martha parlarono della malattia di Colin e di quello che pensavano. Dopo un pò Martha, sapendo che ormai Mary sapeva tutto, le raccontò della storia di Colin prima dell’ arrivo di Mary.

CAPITOLO 15.

La mattina seguente Mary vide uscire il sole e corse subito nel giardino segreto. Incontrò Dickon, che era lì a lavorare già dall’ alba. Parlarono del cambiamento del giardino e dei colori belli che stava assumendo. Mary poi gli parlò di Colin e di quanto sarebbe  stato bello   uscire  da quella stanza a prendere un pò di aria pura, Dickon approvò. Dopo un pò arrivò il pettirosso con un legnetto in bocca. Dickon capì subito che il pettirosso si stava costruendo un nido.

CAPITOLO 16.

Mary ordinò a Martha di andare da Colin e dirgli che leii sarebbe andata a trovarlo un pò più tardi  perchè doveva finire il suo lavoro di giardinaggio. Finito il lavoro con Dickon Mary corse da Colin a raccontargli della splendida giornata. Arrivata lì vide Colin arrabbiato con Mary. Colin incominciò ad insultarla e Mary si difese rispondendo. Dopo una lunga e vera litigata , Colin buttò fuori Mary lanciandole un cuscino. Mary arrabbiata del comportamanto di suo cugino uscì dicendo che non sarebbe mai più tornata. Mary tornò in camera e ricevette un pacco dallo zio Craven dove lei trovò libri e tanti altri accessori.

CAPITOLO 17.

Mary arrabbiata si coricò nel suo letto ma non riuscì a dormire a causa delle urla di nervi di Colin. Mary allora corse nella stanza di suo cugino e lo sgridò per il chiasso che faceva. Colin poi rimasto sorpreso dall’ atteggiamento di Mary le spiegò tutto. Le spiegò perchè gli venivano questi scatti, aveva  soltanto  tanta  paura di morire.Inoltre lo innervosiva  il pensiero di aver la gobba alla schiena. Mary stanca di sentire questa cosa, gli guardò la schiena e non vide nessuna gobba e confermò tutto a Colin. Colin alloara promise a Mary che nei giorni seguenti  sarebbe uscito all’ aperto, poi strinse la mano a Mary e ringraziandola di tutto dolcemente si addormento grazie ai racconti fantastici di Mary e del suo giardino segreto.

CAPITOLO 18.

Il mattino seguente nella stansa di Mary arrivò Martha e le disse  che Colin aveva chiesto se poteva andare  a trovarlo . Mary andò da Colin ma dovette andare via  subito nel giardino segreto perche Dicko la aspettava. Arrivata Mary lo trovò con due scoiattoli,una lepre e un’ uccellino. Incominciarono a lavorare, ma dopo un pò Mary chiese a Dickon se voleva andare a visitare Colin per fargli una sorpresa, e Dickon accettò. Il giorno seguente Mary andò nella camera di Colin e gli parlò finalmente della scoperta  della porta del giardino segreto. In realta ancora non gli aveva raccontato  molto perchè non si fidava ancora tanto bene. Dopo un pò di tempo gli chiese se voleva conoscere Dickon e lui sorridendo rispose di sì, e Mary gli promise che la mattina seguente gli avrebbe portato Dickon e tutti i suoi animali.

CAPITOLO 19.

L’ indomani Mary andò da Colin aspettando Dickon. Dopo un pò di tempo arrivò un dottore per controllare Colin se era ancora vivo. Colin gli spiegò tutto, cioè, grazie a sua cugina Mary lui stava meglio. Il dottore, anche lui convinto di quello che diceva e del suo cambiamento, se ne andò senza dargli farmaci e lasciandolo divertire con Mary. Dopo qualche ora arrivò finalmente Dickon con tutti i suoi animali e un agnello. Colin si prese l’ agnello e se lo mise sulle  gambe. I tre ragazzi trascorsero una giornata insieme ridendo e scherzando.

CAPITOLO 20.

Colin mentre era nella stanza con Dickon e Mary chiamo il capo giardiniere Roach, e gli ordinò che quando lui sarebbe uscito tutti i giardinieri non dovevano essere presenti. Arrivò la dottoressa vestì Colin e lo portò all’ ingresso. Dickon e Mary presero con le mani  i manici della sedia a rotelle e lo portarono fuori. I due ragazzi portarono nel giardino segreto Colin contenti. Colin tutto ad un tratto si sentì meglio e continuava ad urlare che lui avrebbe  vissuto  tutta la vita.

CAPITOLO 21.

Mary, Colin e Dickon stavano giocando nel loro giardino contenti, quando ad un certo punto entrò una signora di nome Susan. Dickon gli corse subito incontro urlando che Susan era sua madre. Tutti la salutarono contenti di conoscerla. Susan quando vide Colin così cambiato, come aveva  raccontato Dickon lo salutò e lo abbracciò. Dopo una giornata trascorsa lì a parlare Dickon con sua madre se ne tornarono a casa e Colin e Mary nelle proprie stanze a dormire.

CAPITOLO 22.

Il signor Craven partito lontano  da casa per motivi di lavoro  , una notte  sognò Susan che gli urlava di tornare a casa a vedere suo figlio Colin sano com’ era, e che si trovava nel giardino. Il signor Craven capì subito del giardino di cui diceva il sogno, e convinto di quel sogno partì verso casa. Arrivato andò subito verso la porta del giardino dove sentiva urla di gioia e di risate provenire da lì. Colin aprì la porta e si ritrovò suo padre di fronte a lui. Colin lo abbracciò fortissimo e il signor Craven pure. Il signor Craven si amozionò a vedere suo figlio sano all’ inpiedi senza più sedia a rotelle, e restò stupito non solo di suo figlio ma anche del giardino segreto così pulito e sano. Il signor Craven ringraziò a Dickon e Mary di quello che avevano fatto per il giardino ma suprattutto per suo figlio Colin.

FINE.

LE CROCIATE.

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 Le crociate erano spedizioni di soldati inviati da Papa Urbano II per liberare i territori sacri  di Gerusalemme e del Santo   Sepolcro dalle invasioni dei Turchi selgiuchidi. Questi soldati venivano chiamati crociati perchè sullo scudo e sull’ armatura portavano una grossa croce rossa. La prima spedizione fu spinta da un grande ideale di fede ed era composta principalmente da volontari, sovrani, nobili, soldati e anche molti popolani. Organizzata nel 1095 venne guidata da un grande feudatario, Goffredo di Buglione. Riuscì a liberare Gerusalemme e parte della Palestina dove fondò molti regni cristiani, assegnati successivamente ai condottieri crociati. La pace però durò meno di un secolo, poichè Gerusalamme fu nuovamente ripresa dai Turchi nel 1187. Altre numerose spedizioni di crociate furonoinviate di seguito, ma nessuna riuscì a respingere definitivamente i Turchi.

PARAFRASI

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Ettore guardò sorridendo il figlio, mentre Andromaca vicino piangeva, dicendogli: il tuo coraggio t’ ucciderà e io rimarrò vedova e orfano tuo figlio. Per me tu rappresenti sia mio padre, mia madre, mio fratello, ma sei suprattutto il mio giovane sposo. Anch’ io penso a questo, rispose Ettore, ma ho troppa vergogna contro i troiani, perciò devo combattere per dare onore sia a me sia a mio padre. Se Troia cadrà diventerai prigioniera e schiava dei greci, e qualcuno dirà: ecco la sposa di Ettore, che era il più forte dei Troiani. Ettore poi si levò l’ elmo baciò il figlio e disse, pregando Zeus e altri dei: fate che cresca più forte di me. Si rivolse alla moglie e le disse: nessuno mi getterà nell’ Ade ma ti dico che non c’ è uomo che possa evitare la morte. Sù torna a casa e pensa alle tue cose, che  a fare la guerra penseranno gli uomini.

ILIADE -PROEMIO.

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Canta, o dea, l’ ira di Achille figlio di Peleo,

rovinosa, che mali infinioti provocò agli Achei,

e molte anime forti di eroi sprofondò nell’ Ade,

e i loro corpi fece preda dei cani

e di tutti gli uccelli; si compiva il volere di Zeus,

dal primo istante in cui una lite divise

l’ Atride, signore di popoli, ed Achille divino.

 

Canta o dea l’ ira di Achille figlio di Peleo che

agli Achei provocò mali infiniti,

molti eroi forti sprofondarono nell’ Ade,

e i cani e gli uccelli fecero preda dei loro corpi;

il volere di Zeus si realizzava, poichè

una lite, divise l’ Atride ed Achille, divino signore dei popoli.

COMPITO IN CLASSE: DESCRIZIONI

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Descrizione di una persona.

Per la  mia descrizione ho scelto mio fratello. Il suo nome è E, ha 14  anni ed è molto divertente. Lui è magro e molto alto e per questo lo scambiano per un ragazzo piu grande della la sua età .E’ un po’ ricciolino con capelli corti e occhi marroni. Lui è un mangione soprattutto di formaggi, ma resta sempre magro. A lui piace molto il basket, un po’  il calcio e un po’il nuoto. Le sue squadre preferita  sono il Catania e la Juventus che segue ogni volta  che giocano le partite. Lui non è un grande studioso e certe volte per farlo studiare bisogna spingerlo.

Descrizione di un luogo.

Come luogo ho deciso di descrivere la mia stanza.La mia stanza è grande, spaziosa e bella. Sopra il mio letto ci sono due mensole con tanti pupazzi e accanto al letto c’ è un comodino molto lungo  e spazioso. Difronte al letto c’ è una scrivania dove studio e una bella sedia con una libreria alla spalle. Nella mia stanza c’ è un grande armadio che contiene anche 4 cassetti dove tengo molti vestiti. Ho una grande portafinestra che mi porta in un grandissimo balcone. Di fronte alla portafinestra c’è una piccola poltrona comoda dove sedersi.

Descrizione di un oggetto.

Come oggetto ho deciso di descrivere il mio tablet. In realta il tablet è di tutta la famiglia per usi diversi. E’ di 8 pollici con una grandissima memoria ed è molto delicato. Posso scaricare giochi, andare su You Tube e su Google Chrome. Il tablet è nero con la cover rosa che si apre come un quaderno collegata con un elastico azzurro.