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Riassunto di Rosso Malpelo

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Malpelo era un ragazzo coi capelli rossi. Veniva evitato da tutti perché pensavano che chi aveva i capelli rossi fosse cattivo. Tutti alla cava in cui lavorava lo chiamavano infatti Malpelo. Lavorava in una cava di rena. La vita povera lo rende anche ringhioso, selvatico: la mamma che lo trascura, la sorella si vergogna di lui. Invece il padre voleva bene a Malpelo ma è morto nella stessa cava dove lavorava adesso Malpelo. La morte del padre provoca un gran dolore a Malpelo. Cerca di diventare cattivo, picchia il suo asino ed è cattivo con tutti. Sviluppa un sentimento di amore ma anche di odio verso un ragazzo appena arrivato nella cava. Malpelo picchia il ragazzo ma nel frattempo gli insegna le leggi della vita che lui conosce: la lotta contro tutti e la sopravvivenza del più forte. Un giorno colpisce il ragazzo che non può più alzarsi. Il ragazzo è malato e non può lavorare. Malpelo è disperato e lo va a trovare ma dopo un po’ muore. Rimane sempre più solo: la madre e la sorella si trasferiscono. A Malpelo capitano i lavori più pesanti, tanto di lui non importa più nessuno. Un giorno cerca un collegamento  ad un pozzo e sparisce. I minatori adesso temono che il fantasma si aggiri ancora per la cava.

RIASSUNTO NOVELLA ROSSO MALPELO

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Rosso Malpelo è un ragazzo  di cui quasi tutti ignoravano il nome, mamma e sorella comprese. Tutti, infatti, lo chiamavano Rosso Malpelo per via dei suoi capelli rossi, non solo questo ragazzo ha un orribile soprannome, ma ha anche una pessima nomina perché a quei tempi chi aveva i capelli rossi dicevano che era una persona cattiva. Trascurato e maltrattato da tutti Malpelo cresce con una forte rabbia dentro di sé. Solamente il padre lo rassicurava e lo difendeva spesso, ma un giorno a causa di un incidente durante il lavoro esso muore.

ROSSO MALPELO

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Stendi un riassunto della novella in non più di 15 righe. PAGINA. 6O N. 2 (letteratura)

Rosso Malpelo, così chiamato per la rossa capigliatura, è un ragazzo che lavora duramente in una cava di sabbia in Sicilia. E’ un povero infelice sfruttato.
L’opinione popolare dice che le persone con i capelli rossi sono malvagi e per questo motivo Malpelo viene trattato con pregiudizio da tutti ed anche dalla stessa madre. Egli è costretto a vivere emarginato e isolato, trattato come una bestia e non come un essere umano.
Il padre è l’unico che ha dell’affetto per Malpelo ma muore nella stessa cava sotto una frana di sabbia.
L’emarginazione e le difficoltà portano Malpelo ad assumere atteggiamenti indifferenti e spietati, soprattutto nei confronti di chi vive una condizione ancora più debole e fragile della sua, come Ranocchio, un ragazzetto infelice come lui che lavora come manovale alla cava.
Dietro questo carattere indurito e indifferente Malpelo nasconde però una sua umanità e un bisogno di amore che manifesta nei confronti dello stesso Ranocchio e del padre morto nella cava per la caduta di un pilastro di sabbia.
Quando Ranocchio si ammala ed in breve tempo muore, stroncato dalla fatica e dalle brutte condizioni di lavoro, Malpelo rimane completamente solo. Alla fine si offre volontario per esplorare un passaggio della cava, proprio dove era morto suo padre. Ciò significò per Malpelo di porre fine a tutte le sue sofferenze, infatti, nella cava si smarrì senza lasciare alcuna traccia di sé.

Riassunto Rosso Malpelo

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La novella racconta la vita di un ragazzo che lavora a una cava di arena, conosciuto da tutti con il soprannome di Rosso Malpelo dato il colore rosso dei capelli e appunto per questo particolare viene giudicato da tutti un giovane cattivo e ribelle, al contrario, è lui ad essere maltrattato. Non si ribella mai, accetta di essere punito anche se innocente. Lavora presso una cava dove precedentemente lavorava il padre prima di morire travolto dalla terra durante un lavoro notturno. Il figlio era presente a questa tragedia e cercò di aiutare il padre grattando la terra a mani nude ma non ricevette alcun sostegno da parte degli altri minatori. Fu proprio la perdita del padre, mastro Misciu (Bestia), a spronare il ragazzo e a farlo lavorare sempre più intensamente nella cava. In seguito conobbe un ragazzo, detto Ranocchio a causa del suo modo di camminare, che tenne sotto la sua protezione e che cercò di aiutare nel solo modo che conosceva cioè picchiandolo e bastonandolo come con un asino. Ranocchio era l’unica persona che contasse nella vita di Malpelo, dopo il padre purtroppo morto. La madre non lo considerava nemmeno e la sorella lo picchiava, credendo che si trattenesse parte della paga ricevuta alla cava.
Un giorno mentre scavava Malpelo trovò le scarpe del padre ed in seguito anche i calzoni, il piccone e la zappa che furono restituiti a Malpelo. Un altro evento che viene narrato riguarda il vecchio asino grigio, sempre bastonato dal ragazzo per fargli smettere di soffrire, il quale dopo essere morto fu portato lontano dalla cava e abbandonato come cibo per cani. Anche Ranocchio si ammalò ma continuò a lavorare finché, un giorno Malpelo non lo vide più venire alla cava e sentì raccontare dagli altri minatori che era morto. Dopo la morte di Ranocchio, Malpelo aveva perso l’unica speranza di vita che aveva e affronta senza timore tutti gli incarichi affidatogli tra cui il verificare una nuova via sotterranea che lo porterà a smarrirsi per sempre nel sottosuolo della cava e morire come il padre .

I pupi siciliani

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L’opera dei pupi è un particolare teatro di marionette che si affermò nell’Italia meridionale tra l’ottocento e il novecento. I pupi sono manovrati dall’alto con una sottile asta metallica e altri fili per muovere le braccia e le gambe.I protagonisti dei pupi sono Carlo Magno e i suoi paladini.I pupi hanno delle corazze che cambiano a seconda della appartenenza, il puparo curava lo spettacolo e le sceneggiature.

I PUPI SICILIANI

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I pupi fanno parte della nostra storia quella dei siciliani. Ci sono due tipi di scene dei pupi siciliani: quella per conquistare Angelica e quella di carlo magno. Come prima cosa vi dirò è la storia della sarracena Angelica. La bella Angelica, figlia di un barone di campagna decaduto, viene data in sposa contro la sua volontà a Jeoffrey de Peyrac, un ricchissimo conte rimasto sfregiato in battaglia, ma che si rivelerà tanto intelligente e affascinante da conquistarla. L’amore tra i due diviene travolgente, ma la gaia e sfarzosa vita di palazzo, allietata anche dalla nascita di un figlio, viene presto sconvolta dall’arrivo di Luigi XIV, Re di Francia. Il sovrano, intimorito dalla ricchezza del conte e invaghitosi della splendida Angelica, ordina di arrestare Jeoffrey con l’accusa di stregoneria. Nonostante il supporto dell’avvocato Desgrez, e nonostante i disperati tentativi di Angelica di convincere Luigi XIV dell’innocenza del marito, Joffrey viene giudicato colpevole e condannato al rogo. Fallito l’ultimo tentativo di salvarlo, Angelica, caduta in disgrazia e con un altro figlio a cui badare, trova aiuto e conforto nell’incontro con Nicola, suo vecchio amico e primo amore, che la accoglie alla Corte dei Miracoli, della quale è il capo, con lo scopo futuro di vendicare il torto subito.

, i cui protagonisti sono Carlo Magnoe i suoi paladini. Le gesta di questi personaggi sono trattate attraverso la rielaborazione del materiale contenuto nei romanzi e nei poemi del ciclo carolingio. Le marionette sono appunto dette pupi (dal latino “pupus” che significa bambino). L’opera è tipica della tradizione siciliana dei cuntastori (da non confondere con i “contastorie” che narravano fatti di cronaca).

L’Opera dei Pupi si affermò nell’Italia meridionale: nella prima metà del XIX secolo a Napoli, grazie a Giuseppina d’Errico, chiamata “Donna Peppa” e in Sicilia, tra la seconda metà del XIX e la prima metà del XX secolo.

Nel2008 l’UNESCO ha iscritto l’Opera dei Pupi tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità, dopo averla originariamente proclamata nel 2001. È stato il primo Patrimonio italiano a esser inserito in tale lista.Ecco un Ecco un immagine correlata. Queste sono le mie conoscienze ci vediamo alla prossima.P.S. non solo mie.

L’opera dei pupi

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L’opera dei pupi, è un tipo di spettacolo con le marionette che rappresentano, Carlo magno e i suoi paladini. I pupi sono delle marionette che rappresentano la stori Carolingio, e prendono il nome di “Pupus” che significa bambini. L’opera dei pupi è tradizione siciliana che viene narrata dai “Cantastori”  cioè cantastorie. La tradizione dei pupi e avvenuta, a Napoli . I pupi venivano messi in vere e proprie corazze fatte di ferro, spesso i cantautori parlavano in siciliano per far immortalare il personaggio, e la propria parte.

questa è una raffigurazione di due pupi siciliani rappresentati con delle corazze vere di ferro.

questo è invece un carretto siciliano molto decorato con immagini dei pupi.

Opera dei pupi

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L’opera dei pupi è un tipo di spettacolo dedicato alle marionette, i cui protagonisti sono Carlo magno e i suoi paladini. Le gesta sono trattate attraverso la rielaborazione del ciclo carolingio. Le marionette sono dette pupi, l’opera è tipica della tradizione siciliana “cuntastori” da non confondere con il cantastorie che narrava i fatti di cronaca. L’opera dei pupi si affermò nell’ Italia meridionale, nella prima metà del XIX SECOLO a Napoli ed in Sicilia. I personaggi principali sono Orlando e Rinaldo

https://it.wikipedia.org/wiki/Opera_dei_Pupi– Ecco un link di riferimento che spiega al meglio la vita dei pupi e le città dove loro hanno lasciato il segno

https://it.wikipedia.org/wiki/Opera_dei_Pupi-Ecco qui un altro link da cui si possono leggere informazioni più interessanti al riguardo dell’opera dei pupi

Esistono in Sicilia due differenti tradizioni, o “stili”, dell’Opera dei pupi:
quella palermitana, affermatasi nella capitale e diffusa nella parte occidentale dell’isola, e quella catanese, affermatasi nella città etnea e diffusa, a grandi linee, nella parte orientale dell’isola ed anche in Calabria.